Recensione “Gordius – Vermi nel cuore” di Massimiliano Niero

“Gordius – Vermi nel cuore” è il romanzo di esordio di Massimiliano Niero, autore di Lumien Edizioni. Si tratta di una storia di genere apocalittico.

È ambientato nel 2026, quindi in un momento davvero molto vicino a noi e che porta chiaramente ancora i duri colpi subiti durante la pandemia del COVID-19.
Il protagonista è Andrea, un bambino appena entrato nella magica età adolescenziale, che da un giorno all’altro perde tutte le sue certezze.
La tragedia ha avvio dopo una serie di eventi sconcertanti, in cui Andrea e la sua famiglia si rendono conto che c’è qualcosa che non va e infatti, poco prima che la notizia sia resa pubblica, scoprono che l’attacco di un nuovo organismo che occupa il corpo umano e si nutre di esso fino all’ultima goccia è soltanto iniziata.

“Quel giorno è stato il primo di una lunga serie in cui avrei capito che dovevo imparare a cavarmela da solo, perché anche gli adulti possono crollare.”

“Gordius – Vermi nel cuore”



Si tratta dell’invasione del Gordius Robutus, un parassita vermiforme che passando da un corpo all’altro è riuscito a mutare geneticamente. Quando riesce ad attaccarsi ad un umano inizia a svilupparsi fino a raggiungere la forma adulta, finché non è maturo e fa di tutto per uscire. Per sopravvivere all’esterno però è necessario che viva vicino a delle fonti d’acqua e, pur di raggiungerle, ricorre ad una sorta di possessione del corpo in cui è ospite.

Come un burattinaio che ha fra le mani un burattino, il Gordius è pronto a fare di tutto per sopravvivere e continuare a riprodursi in altri corpi.

Inizierò la mia recensione dicendovi che questo libro per me è stata una vera sorpresa, in tutti i sensi. Con la casa editrice per questa collaborazione avevo scelto di recensire “Le notti di Cliffmouth” ma per un errore, o un bizzarro scherzo del destino, mi sono ritrovata ad avere fra le mani “Gordius – Vermi nel cuore”. E dato che non escludo mai nessun libro a priori e la trama non sembrava così male, ho pensato che fosse lo stesso il caso di dargli una possibilità.

Non mi aspettavo una lettura che mi avrebbe preso così tanto, ma già dalla prima volta che l’ho aperto sono riuscita a divorare ben 100 pagine, che per i miei ritmi non sono di certo poche!

Lo stile di scrittura è molto leggero e fluido, per niente complesso o eccessivamente articolato e devo dire che ciò ha facilitato moltissimo la lettura.

La storia invece mi ha preso fin dai primi capitoli, mi sono sentita coinvolta da subito (probabilmente perché è ambientato in una realtà molto vicina a quella conosciuta) ed è riuscita a trasmettermi ansia e tensione, che con l’andare avanti della storia sono solo aumentate.
Di certo c’è del talento in una penna che sa trasmettere questo genere di emozioni!

Inoltre questa storia è ambientata in Italia, per la precisione a Parma, e ho apprezzato molto i riferimenti a quella che è la realtà.

Già dall’inizio di questo romanzo si percepisce una strana cupezza, che indica l’avvicinarsi della tragedia. Molto più spesso di quanto mi aspettassi ho percepito i brividi lungo la schiena.
Ho trovato i primi capitoli molto introduttivi, nello specifico non succede nulla di particolarmente truculento, ma secondo me questo inizio è stato fondamentale per aiutare i lettori a calarsi nella storia prima che la vera azione inizi.

Con un clima di tensione che aumenta pagina dopo pagina si arriva poi alla spiegazione di cosa c’è che non va, si scopre il Gordius e tutti i suoi pericoli, e si inizia ad avvertire il vero e proprio senso di smarrimento di persone sono conoscie di doversi lasciare tutto alle spalle per sopravvivere.

Questo romanzo per me ha richiamato un po’ le angoscie e le preoccupazioni che tutti noi abbiamo vissuto durante il lockdown e la diffusione del COVID-19, quel senso di paura che si provava sentendo parlare solo di quello e sapendo che non c’era altro da fare oltre a provare a resistere.

Allo stesso tempo però questa è la storia di Andrea, un adolescente che vive, e si ritrova a dover sopravvivere, durante la fine del mondo perdendo tutte le sue sicurezze, partendo dalle persone a lui care, ma che comunque riesce a vivere dei piccoli sprazzi di serenità inaspettati in questa situazione ma “normali” in qualunque altro caso.

Come è giusto che sia, in questa storia non verrano a mancare risvolti tragici e soprattutto scene abbastanza disgustose, trattandosi sostanzialmente di un verme che vive nel corpo umano per poi uscirne distruggendo il corpo in cui ha vissuto, che ritengo non siano adatte a chi è debole di stomaco o si fa impressionare da alcuni tipi di descrizione.

Questa lettura per me è stata una lenta e dolorosa lotta per la sopravvivenza, in cui pian piano vengono a mancare tutte le sicurezze e i punti cardini che scontatamente diamo per certi.
La conclusione poi mi ha lasciato addosso una stranissima sensazione di inquietudine, ma anche tristezza e malinconia probabilmente dovuta a dover lasciare per sempre questa storia.


Parma, ottobre 2026. Qualcosa di oscuro sta trasformando gli uomini. Quando inizia l’invasione, per il tredicenne Andrea è l’ultimo giorno di normalità. Il Gordius attacca la mente e colpisce il sistema nervoso con l’unico scopo di trovare un nuovo ospite da infettare. È l’apocalisse. Asfissiato dai segreti che i suoi genitori nascondono, Andrea ha solo un modo per proteggersi: seguire l’indizio della compagna di classe Silvia Bojan e tentare di raggiungerla sulle colline del Cassio, nella falange Matheson. I giorni si fanno lotta costante, emotiva e fisica, per sopravvivere alla fine del mondo. Quando anche gli umani diventano mezzo di distruzione, la morte diviene un pericolo che si annida anche nei luoghi più sicuri, e bussa a ogni ora.Sulla strada per la salvezza, la compassione è un valore labile. E il tempo scorre. Lo senti il canto delle cicale? Vengono a prenderti.

Recensione “Numbers” di Azzurra Pasquali

“L’uomo dei villaggi cerca risposte nelle catastrofi che hanno devastato il mondo durante le Guerre Climatiche e quando non le trova si affida alla religione o all’esistenza di una creatura superiore che le possiede tutte.”



Ci sono incontri che ti cambiano la vita.
Lo sa bene Aden, una Nomade abituata ad affrontare le insidie e i pericoli del viaggiare in solitaria.
Lo sa Felicia, in agguato tra le paludi, pronta ad affondare i suoi artigli dentro a un corpo umano.
Lo sa Dernia, con un numero tatuato sotto l’occhio e le mani che stringono ogni giorno le sbarre fredde della sua cella.
Lo sa Sven, lo straniero ombroso che farebbe di tutto per andarsene dalla prigione che è costretto a sorvegliare.
Lo sanno i fratelli Sirio e Fosco, in fuga verso Nuova Mantova accompagnati dai segreti che si portano dentro.

Sei vite che stanno per cambiare per sempre, tra città sconvolte dalle Guerre Climatiche e paesi dove il pregiudizio contro il diverso regna sovrano.
In un mondo in ricostruzione sei estranei dai destini intrecciati saranno obbligati a fare fronte comune per sopravvivere.


Numbers” è il secondo romanzo dell’autrice Azzurra Pasquali, pubblicato a maggio 2022. Si tratta di un romanzo di genere post-apocalittico autoconclusivo, rivolto alla fascia new adult.

Pur non avendo letto nulla dell’autrice ho iniziato questo libro con delle aspettative altissime, e rispetto alla mia media di tempi di lettura l’ho divorato davvero in pochissimo!

È ambientato in un futuro apocalittico in cui dopo le guerre climatiche che hanno sconvolto il pianeta, la genetica di esseri umani e animali è mutata.
Ne segue un’ambiente in cui si ha paura del diverso e gli esseri umani “normali” perseguitano chi è “diverso” ai loro occhi.
Già su questo punto ci sono un sacco di lezioni da poter cogliere e dettagli che aprono la mente. La paura del diverso, il pensiero dei personaggi e poi la loro evoluzione mi hanno dato tanto a cui pensare.

“Come può un corpo umano ricoperto di spine essere una persona? Non può, è una Cosa. Come possono esistere mani con dita lunghe mezzo metro? Non sono mani, sono escrescenze della Cosa. Come puoi chiamare per nome queste Cose? Mi rifiuto. Mi rifiuto anche di chiamarle con il numero. Sono entità che consumano cibo e che producono scorie. Sono rifiuti loro stesse e i rifiuti più grossi li buttiamo nella fossa.”


All’inizio è stato un po’ difficile seguire i sei punti di vista differenti dei protagonisti, ma dopo qualche capitolo mi sono abituata e la lettura ha iniziato a prendere ritmo.

Pagina dopo pagina ho notato un sacco di dettagli che mi sono piaciuti tantissimo, a partire da ciò che questo romanzo vuole trasmettere fino ad arrivare ai piccoli dettagli (che la maggior parte delle volte vengono totalmente ignorati) che rendono vivi e realistici i personaggi.

Ci sono centinaia e centinaia di libri con protagoniste femminili forti e da cui prendere ispirazione e sinceramente questo è il primo libro che mi capita fra le mani che parla di donne con le mestruazioni. Come ci meritiamo, aggiungerei.
Spesso è un lato che viene trascurato o “cancellato” per far piacere a tutti i lettori, quando in realtà è una cosa assolutamente normale (che delle volte porta anche problemi che è giusto trattare) e che mi piacerebbe trovare in più libri.
Ci meritiamo più protagoniste che incarnino delle donne reali e meno abbozzamenti irrealistici di caratteristiche generiche.

Lo stile di Azzurra poi mi è piaciuto da impazzire! Si sente che dietro a queste pagine c’è stato tanto studio e soprattutto tanta passione. La scrittura è matura e senza troppi fronzoli, l’ho trovata cento volte meglio di altri libri di autori decisamente più conosciuti e a libro concluso posso solo dire che questo romanzo si merita un grande successo.

Si capisce che la storia ci ha messo un po’ ad essere costruita: il susseguirsi degli eventi è molto coinvolgente e non risultano buchi o punti poco chiari.

Mi è piaciuto tanto anche che la scelta di ambientare la storia in Italia, con precisione a Mantova. Dopo aver letto questo libro un giro turistico mi sembra d’obbligo per poter ammirare i luoghi a cui l’autrice si è ispirata.

Di sicuro nei prossimi mesi farò del mio meglio per recuperare il primo romanzo dell’autrice, “Wild Hunt: Cacciatori di Potere” che ho preso sott’occhio da un po’.

Poi c’è da aggiungere che anche l’interno del libro è super curato, io l’ho trovato meraviglioso ed è come se avesse aggiunto qualcosa in più all’esperienza di lettura.

Le ultime pagine sono volate via una dopo l’altra, davvero molto in fretta. La tensione era alle stelle e già mi aspettavo il peggio, convinta che sarei andata a dormire piangendo.

Questo romanzo è riuscito a trasportarmi in mezzo ai boschi insieme ai personaggi, a trasmettermi e a farmi vivere le loro emozioni e le loro paure. Le ultime righe mi hanno lasciata davvero stupefatta, ma anche triste di dover lasciar andare questa storia con quelli che ormai definisco dei compagni di viaggio. Il finale mi ha emozionata così tanto che non trovo davvero tutte le parole giuste per descriverlo.

Anche questa recensione si conclude qui! Prima di farti andare via ti ricordo che infondo alla pagina troverai una casella dedicata alla newsletter, iscriviti per non perdere i prossimi articoli!