Recensione “Radio Silence” di Alice Osemann | Oscar Vault | Young Adult

Frances Janvier è sempre stata una “macchina da studio” con un unico obiettivo: entrare in una università d’élite. E nulla la può fermare: né gli amici, né il segreto che nasconde, neppure la sua stessa personalità.

Aled Last frequenta l’ultimo anno del liceo ma ricorda a tutti un bambino piccolo che ha perso la mamma al supermercato. È timido e prende sempre voti altissimi.

Quando incontra Aled, Frances scopre una nuova libertà. Per la prima volta non ha paura di essere se stessa. Frances è una ragazza, Aled un ragazzo, e, come spesso succede, i due si innamorano e…

No, in effetti non va così. Frances e Aled non si innamorano affatto: collaborano a un podcast. E ottengono un inaspettato successo, che potrebbe però rivelarsi fatale per il loro rapporto.

In un mondo che sembra determinato a imbrigliare le loro vite su binari già stabiliti, Frances e Aled lottano per superare le proprie paure e trovare la propria voce nel corso di un anno che cambierà le loro vite.

Avranno il coraggio di mostrare a tutti chi sono veramente? Radio Silence è un romanzo di formazione che affronta con grazia i temi dell’identità, della diversità, della pressione verso il successo a tutti i costi, mostrando che ci vuole coraggio, sì, ma siamo sempre liberi di scegliere di essere chi siamo.

Radio Silence” è un romanzo young adult di formazione di Alice Osemann, stessa autrice della serie Heartstopper, e pubblicato da Oscar Vault nel 2022.

Ammetto che avevo messo da diversi tempo gli occhi su questo libro ma che tra una cosa e l’altra avevo finito per tralasciarlo. Quando poi ho recuperato il primo volume della graphic novel mi sono lanciata su quello direttamente ed è stato da subito un “si“.

Anche se la graphic mi era piaciuta tantissimo ero un po’ insicura per i romanzi, trattandosi di due formati totalmente differenti, e vista la scarsità di spazio in libreria ho ripiegato sull’ebook.
Dopo averlo finito posso dirvi con certezza che se avessi acquistato il cartaceo probabilmente sarebbe rimasto macchiato a causa delle lacrime e super sottolineato e pieno di annotazioni.

Quando ho concluso l’ultima pagina ho realizzato che nonostante io legga da anni libri su libri e di vari generi, non mi sono mai sentita compresa e rappresentata così tanto da una storia.

La protagonista è Frances, un’adolescente in procinto di concludere la scuola e che guarda già al suo futuro in università. Il suo più grande desiderio è di entrare in un’università di élite come Oxford o Cambridge, e studia come una matta da anni per prepararsi a questo.

Molti personaggi dei libri della Osemann sono caratterizzati dal fatto di fare parte della comunità LGBT+ e anche qui l’autrice non si è risparmiata. C’è la rappresentazione di alcune categorie e nella mia ignoranza ammetto che due in particolare non le conoscevo.

Anche questa volta la penna dell’autrice mi ha colpita per la sua scorrevolezza, il libro è davvero leggerissimo e lo stile della narrazione ha dato vita [almeno per me] ad una sorta di comfort book.

La storia mi ha preso tantissimo e l’ho finita in pochissimi giorni, le pagine sono volate via davvero in fretta e mi sono dispiaciuta di averlo concluso così presto. Decisamente non ero pronta a lasciare questi personaggi.

Si tratta di un romanzo di formazione rivolto alla categoria young adult [sono fuori solo di qualche anno su] ma sono comunque riuscita ad apprezzarlo molto, cosa che non succede spesso quando si è fuori categoria.

Trattandosi di un romanzo per ragazzi ho apprezzato che l’autrice abbia deciso di mettere al centro della storia tematiche serie come l’accettazione di sé stessi, i problemi con i genitori e le tanto temute aspettative altrui. Curioso come queste ultime me le ritrovi in tantissimi libri che leggo anche quando non ricerco la tematica in particolare.
Sarà forse perchè mi terrorizzano e ormai le vedo ovunque.

Ma dopotutto tutti siamo stati adolescenti e a sedici e diciassette anni abbiamo avuto pressappoco gli stessi problemi.

Un’altra questione di cui ho apprezzato tanto l’inserimento è stata l’università. In pratica nessun adolescente è mai davvero pronto per questo ambiente e per tutta la tossicità che il percorso di studi comporta, quindi ho apprezzato davvero tanto che sia stata fatta luce anche su questo lato.

Negli ultimi anni ho avuto anche io dei problemi con il mio percorso universitario ed è forse per questo che mi sono sentita molto toccata da questa storia. La pressione dello studio, la realizzazione che non si ama ciò che si sta studiando e tutte le difficoltà del percorso sono cose che ho già vissuto sulla mia pelle e che non auguro a nessun altro studente.
Vorrei solo dire che mi sarebbe piaciuto leggere questo libro prima, magari due anni fa quando ero nel mio periodo peggiore.

Anche questa volta la Oseman non mi ha deluso e ha saputo lasciarmi tantissimo.

L’autrice ci insegna che non importa ciò che pensano gli altri, che siano amici, genitori o compagni di scuola, ma importa solo ciò che vogliamo noi e ciò che sogniamo. Accettare noi stessi e vivere la vita così come siamo davvero deve essere il nostro atto di ribellione contro i canoni sociali [che poi chi li ha stabiliti?] per permetterci di vivere e sentirci liberi.

Questa lettura mi ha portata a riflettere su chi sono davvero, su se sto vivendo la mia vita come la vorrei o se sto facendo quello che voglio o se semplicemente sto accontentando chi mi sta intorno.
Ho realizzato che la vita vera inizia quando gli altri e il loro giudizio smettono di influenzare le nostre scelte. Un passo per volta e arriveremo alla strada che vogliamo davvero percorrere.

Ammetto anche che mi sono molto impersonata in Frances e Aled che lavorano al loro podcast segreto, ci ho rivisto un po’ la me di sedici anni che nella sua cameretta scattava foto ai libri e lavorava ad un blog senza mai farsi vedere.
È un bellissimo ricordo.

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Recensione “Legends&Lattes” di Travis Baldree| Fantasy | Oscar Vault

Viv è un’Orchessa e fa quello che fanno le orchesse: per tutto il giorno spacca crani, sparge sangue, semina morte e distruzione. Giunta a una certa età, però, si è stufata della routine della guerriera e così – complici una leggenda dimenticata, un manufatto magico e un’irragionevole dose di belle speranze –, quando si ritrova per le strade di Thune, decide di aprire lì un caffè.

Il primo caffè della città, per essere precisi. Ma il suo sogno di un nuovo inizio e di giornate passate a servire bevande aromatiche anziché a roteare lame deve attendere. Già: da un lato ci sono vecchi nemici che non hanno alcuna intenzione di abbandonare la lotta; dall’altro gli abitanti di Thune, che non hanno mai assaggiato un latte macchiato e quindi non sanno di averne bisogno.

Viv vuole a tutti i costi appendere la spada al chiodo, ma non può farcela da sola. Per fortuna incontrerà un gruppo di amici con i quali costruire una nuova famiglia e una nuova vita. Perché il bello dei viaggi su sentieri sconosciuti sono i compagni di strada che incontri lungo il cammino. Che ad attirarli siano antichi incantesimi, pasticcini fragranti o tazze fumanti, possono comunque diventare alleati, famiglia, o qualcosa che Viv non avrebbe mai nemmeno sognato. Il volume include anche il racconto “Pagine da riempire” e un’intervista con l’autore.

Legends&Lattes” è un romanzo fantasy di Travis Baldree, arrivato a settembre 2023 in Italia grazie ad Oscar Vault, che anche questa volta ha fatto un lavoro meraviglioso per questa edizione.

Iniziamo proprio dalla parte estetica? Ma sì dai!

Il volume per questo libro è davvero meraviglioso, dotato di una doppia copertina che di certo saprà adattarsi ad ogni libreria [io preferisco quella di cartone rimuovibile con l’illustrazione, davvero strepitosa] e inoltre ha anche delle spray edges digitali rosa e con vari elementi disegnati che ritorneranno nel corso della storia.

Nello specifico questo libro è un cozy fantasy, che a mio parere mette moltissimo appetito e voglia di dolce, perfetto da leggere in autunno e nei mesi invernali con una buona tazza di tea bollente.

La storia si apre con la protagonista, Viv, che è una orchessa avventuriera parte di una compagnia di mercenari alquanto bizzarri. Dopo tantissime avventure però noi la incontriamo al termine dell’ultima, quando deciderà di abbandonare una vita fatta di violenze.

Con i risparmi degli ultimi anni decide di trasferire in un’allegra cittadina e di aprire il suo locale.
I più esperti di fantasy penseranno di certo ad una taverna con tanta birra e cibo di qualità discutibile ma…il sogno di Viv è quello di aprire un Caffè.

Il caffè è una bevanda poco conosciuta che la protagonista scopre in un locale gnomico e che ama da impazzire, dunque un passo per volta proverà a realizzare il suo desiderio.

Piano piano conosceremo vari personaggi che aiuteranno Viv in questa nuova [ma decisamente più profumata e gustosa] avventura.

Il mio personaggio del cuore è ufficialmente diventato Spillo, un buffo topolino pasticciere che si occuperà di sfornare delizie di ogni tipo in questo locale dei sogni. Alla fine del libro l’autore ha anche deciso di inserire una ricetta di biscottini davvero particolari che di sicuro proverò nei prossimi giorni.

Inoltre questo libro contiene anche un racconto esclusivo pubblicato dall’autore che va collocato prima della storia di Viv e in lingua originale è uscirà il 9 novembreBookshop&Bonedust” un altro libro nello stesso universo fantasy che spero arrivi presto anche da noi!

Ci tengo a specifare che “Legends&Lattes” è un romanzo autoconclusivo, quindi perfetto per quei lettori che ricercano una storia unica perché non hanno troppa testa di stare dietro a saghe mega lunghe.

Anche se l’estetica del volume è meravigliosa però ci tengo a dire che secondo me questa volta la CE ha giusto un poco esagerato con lo spessore del volume, infatti non solo per meno di 400 pagine il libro è super corposo ma anche la carta è molto doppia e il font davvero troppo grande [così grande che le lettere delle parole sono davvero staccate tra di loro e a tratti è difficile leggere se non si è al top].

Per quanto riguarda la storia posso aggiungere che è davvero scorrevole e l’ho letta in pochissimo tempo, la narrazione prende molto e sono certa che saprà conquistarvi!

Non si tratta di un fantasy per niente pesante o con sottotrame complesse e anzi, per me è stato davvero facilissimo da portare avanti e non mi ha appesantita.
Spesso il fantasy diventa sinonimo di lettura complessa perché gli autori stessi mettono troppa carne a cuocere e non ai giunge mai ad un vero punto, questa volta invece l’autore ha scelto bene i punti su cui concentrarsi e personalmente li ho trovati davvero ben sviluppati.

Non sono mancati i momenti di tensione e lo stile di scrittura sa come far provare tante emozioni ma soprattutto, leggendo questo libro mi sono divertita da matti!

Viv è un’orchessa davvero simpatica e ironica, ma anche molto determinata e sicura delle sue capacità.

Anche da questo libro ho potuto estrarne qualche insegnamento da fare mio e che voglio condividere con voi:

• non è la nostra natura a definirci o ciò che gli altri si aspettano da noi, siamo e saremo SEMPRE padroni delle nostre scelte e possiamo staccarci da strade che non ci appartengono quando lo vogliamo e, anche se con un po’ di sacrificio, possiamo percorrere quella che sentiamo più nostra, anche se gli altri non si fideranno di noi o proveranno ad impedircelo

• anche quando qualcuno viene a metterci i bastoni tra le ruote dobbiamo rialzarci e proseguire sulla nostra strada, nulla sarebbe peggio che tornare indietro o a qualcosa che non vogliamo davvero. Anche quando tutto sembra perduto e ricominciare appare impossibile, dobbiamo lottare per ciò che vogliamo.
Se ci sei riuscit* una volta, puoi farlo anche due.

È innegabile che questa storia sia stata per me di grandissima ispirazione, mi ha aiutata a riaccendere la fiamma su alcune cose e cambiato la prospettiva per altre.
Adoro quando un libro non è una sola storia ma riesce anche a trasmettermi altro e a lasciarmelo dentro.

Manca ancora un po’ alla fine dell’anno e non voglio fare pronostici azzardati, ma dubito di leggere un cozy fantasy più cozy di questo nei prossimi mesi.

Ammetto anche che, non sapendo quando l’altro libro dell’autore arriverà in Italia, mi sono lasciata la fine del racconto extra per quando avrò bisogno di Viv.

Se potessi assegnare un profumo a questo libro sarebbe decisamente quello di caffè, biscotti e rotoli alla cannella.

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Recensione “Dark Rise” di C.S. Pacat | Oscar Fabula | Oscar Vault

“La stella luminosa continua a brillare nonostante l’avanzare delle Tenebre. Però devi sbrigarti o ti troveranno, e allora l’oscurità ci divorerà tutti.”

Dark Rise



Londra, 1821.

Il mondo antico è scomparso insieme alla sua magia. Gli eroi sono morti, i castelli giacciono in rovina, e l’epica battaglia tra la Luce e l’Oscurità è caduta nell’oblio.

Solo l’Ordine dei Custodi ne tramanda la memoria e vigila, secolo dopo secolo, per preservare l’umanità dal ritorno del Re Nero. Will, un ragazzo in fuga dagli uomini che gli hanno ucciso la madre, viene rintracciato da un vecchio servitore che, prima di morire, lo indirizza dai Custodi.

È così che Will si trova catapultato in un mondo di leggende e magia, e scopre di avere un ruolo fondamentale nella lotta contro le Tenebre sempre più vicine. In una Londra minacciata dal ritorno del Re Nero, gli eroi e gli antieroi di una guerra a lungo dimenticata iniziano a pianificare le proprie strategie.

E mentre i giovani discendenti delle due parti assumono i ruoli a cui sono destinati, si risvegliano antichi conflitti, vecchi amori e si forgiano nuove alleanze. In questo scenario, Will si schiererà al fianco degli ultimi eroi della Luce per impedire che ciò che ha distrutto il loro mondo torni per annientare anche il suo.

Dark Rise” é un romanzo fantasy storico dell’autrice C.S. Pacat, uscito in Italia il 14 febbraio 2023 per la collana Oscar Fabula di Oscar Vault.

Della stessa autrice ho già iniziato, ma purtroppo non ancora concluso, “Il Principe Prigioniero”. Quest’altro titolo invece è stato pubblicato in Italia da Triskell Edizioni e, seppur di genere differente, ho notato un po’ di somiglianza fra i due!

Già dall’inizio mi sono accorta che la struttura dell’incipit è molto simile, ma è bene ricordare che mentre “Il Principe Prigioniero” è un romance povero di fantasy, in questo caso l’autrice ci regala un vero e proprio fantasy con una leggerissima tinta di rosa.

I primi capitoli ci presentano un quadro un po’ oscuro e non ben definito: uno dei protagonisti principali, Will, viene prima catturato e poi richiuso.
Dall’altro punto della narrazione invece, Violet sta per assistere ad una sorta di cerimonia di premiazione per il suo fratellastro Tom. Già da queste prime pagine di presentazione emergono i suoi dubbi e le sue insicurezze, e l’autrice ci dà la possibilità di vedere oltre alla maschera che Violet porta.

Infatti, per quanto possa vestirsi da uomo e con vestiti preziosi, resterà sempre una donna e, come se non bastasse, la figlia illegittima di un importante commerciante che l’ha portata con sé dall’India.
La scelta del padre di non abbandonarla è stata nobile, non trovate?

Nel momento di maggior enfasi della celebrazione, la nave dove la cerimonia si sta svolgendo viene attaccata da cavalieri vestiti di un bianco sgargiante e dopo un lungo scontro, la nave inizia a soccombere nelle acque del Tamigi.

Ed è proprio in questo momento di tensione che Will e Violet si incontrano nella stiva della nave.
Dopo che la protagonista verrà a sapere che in realtà la famiglia con cui ha vissuto la vede solo come una preda sacrificale, inizia la fuga e i momenti bui sono appena iniziati per i entrambi.

Comincia così una fuga precipitosa, perché si sa, il bianco è sempre messo in pericolo dal nero.

Ed è qui che entra in scena un personaggio molto importante: Simon.


Anche se a Londra è famoso per essere un ricchissimo commerciante, in realtà è un personaggio oscuro e dedito all’occulto. Manda infatti le sue migliori risorse, fra cui anche Tom, in giro per il mondo a raccogliere artefatti antichi appartenenti al Re Nero, una sorta di demone che è più che intenzionato a risvegliare.

“L’aveva portata con sé per ucciderla. L’aveva cresciuta per ucciderla. Il suo affetto, il suo interesse non erano stati altro che bugie.”

Dark Rise



Forse una delle cose che ho apprezzato di più è proprio il personaggio di Violet. Anche se si trova effettivamente in quella che è la sua famiglia, da quando è arrivata a Londra è continuamente disprezzata dalla sua matrigna, che non vuole riconoscerla e la vede come una disgrazia o qualcosa da nascondere.

In più l’ambiente londinese di quel periodo era di fatto molto razzista, e quindi una protagonista per metà inglese e per metà indiana non poteva essere facilmente apprezzata o, almeno, accettata.
Però a far parte della famiglia di Violet ci sono sempre stati suo padre e suo fratello, ma prima di quanto avrebbe immaginato lei scoprirà che per loro non è altro che carne da macello, un agnello sacrificale quasi pronto per fare il suo lavoro, ciò per cui è stata creata e portata a Londra. Si ritroverà quindi sola, a dover partire da zero con una vita da ricostruire e soprattutto, cercando di non essere catturata dalla sua stessa famiglia.

Tramite questo personaggio penso che l’autrice sia riuscita a trasmettere un senso di paura e di smarrimento davvero forte, e ho provato molta più empatia con lei rispetto ad altri personaggi, che al confronto mi sono sembrati molto più freddi. Di sicuro su questo punto l’autrice avrebbe potuto fare qualche aggiustamento o almeno bilanciare un po’ le storie e le emozioni dei personaggi.

La lettura per me è stata super scorrevole e soprattutto molto coinvolgente. Ho trovato questo libro addirittura più leggero di “Il Principe Prigioniero” e proprio non riuscivo a staccarmi dalle pagine, tanto che poi volte ne ho lette almeno 100 insieme.

Dopo lo stress del periodo degli esami avevo proprio bisogno di una lettura simile, leggera ma carica di tensione e adrenalina, e devo proprio dire che l’autrice ha soddisfatto le mie aspettative su questo punto di vista!

“Ma anche nella notte più buia brilla una stella.”

Dark Rise


Inoltre si tratta del primo romanzo di una trilogia, quindi non un autoconclusivo, e la storia resta più che aperta! Ci sono tantissimi punti lasciati in sospeso e sono davvero curiosissima di sapere come andrà avanti.

È molto probabile che io decida di recuperare tutti i libri in lingua originale appena ce ne sarà la possibilità, sia perché sono troppo curiosa e sia perché ho bisogno di averli nella mia libreria!

Trattandosi del primo libro, come è giusto che sia, la storia è molto introduttiva e getta le basi per gli avvenimenti seguenti, che si prospettano davvero molto carchi e interessanti. Non per questo però la storia è meno interessante, anzi!
Mi resta solo da sperare che il secondo libro arrivi presto e soprattutto che l’autrice non decida un cambio rotta sulla storia, perché così com’è iniziata mi è piaciuta davvero molto.

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Recensione “Truif3” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series| Oscar Vault

Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti.

E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve.

Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.

Truelif3” è il terzo volume della Lifel1k3 Series di Jay Kristoff. Questa trilogia è arrivata in Italia nelle ultime settimane grazie ad Oscar Vault che ha fatto di Kristoff uno dei suoi autori di punta.

LEGGI LA RECENSIONE DEL PRIMO LIBRO CLICCANDO QUI

LEGGI LA RECENSIONE DEL SECONDO LIBRO CLICCANDO QUI

Il secondo volume si era concluso con un colpo di scena per me inaspettato, e subito mi sono lanciata sul terzo per sapere come la storia sarebbe andata a finire.

Devo dire che non me lo aspettavo, ma Kristoff si è mantenuto costante e coerente nello stile per tutti e tre i libri.

Anche in questo ultimo volume gli avvenimenti seguono un ritmo martellante e non sono mancati colpi di scena e risvolti a sorpresa.

Difficile non fare spoiler, ma devo aggiungere che l’evoluzione dei personaggi fra un libro e l’altro si è notata moltissimo.
È stato stupendo scoprire man mano qualcosa in più sulla loro identità e alcuni dettagli non li avrei mai immaginati.

La seconda metà di questo romanzo è letteralmente volata, l’ho buttata giù in pochissimo, nonostante gli impegni, perché mi sentivo super coinvolta.

La struttura degli eventi in questo caso è stata davvero spettacolare, di sicuro Jay Kristoff ha soddisfatto le mie aspettative.

Pur trattandosi dei primi libri che ho letto di questo autore ne sono molto incuriosita e probabilmente nei prossimi mesi vedrò di recuperare la trilogia di “Nevernight” che mi ispira davvero tanto!

Se siete amanti del genere sci-fi questa è una trilogia che dovete assolutamente recuperare e di cui sono certa non vi pentirete!

Ancora una volta grazie alla casa editrice e alle ragazze che hanno partecipato con me a questa lettura in anteprima!



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Recensione “Deviat4” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series|Oscar Vault

“Riconobbe io bruciore familiare dell’impotenza dentro il petto, come un vecchio ospite indesiderato.”

Lifel1k3 Series




È l’alba della battaglia decisiva tra le rovine della città di Babel. Eve e Lemon sono state amiche per la pelle, ma in questa lotta si trovano l’una contro l’altra. Eve è divisa tra i ricordi della propria vita umana, che ancora conserva, e la scoperta di essere un’androide. Insieme alle sue “sorelle” e ai suoi “fratelli”, ora deve trovare la vera Ana Monrova, il cui DNA è fondamentale per creare un esercito di sembianti. Nel frattempo per Lemon è giunto il tempo di fare i conti con un potere che ha troppo a lungo rifiutato, e che qualcuno vuole usare come arma. La svolta per lei è l’incontro con un ragazzo, Grimm, che le propone di portarla fuori da quella terra devastata e piena di orrori, verso un’enclave abitata da altri devianti come lei. Lì, finalmente Lemon scoprirà un senso di appartenenza, e forse anche l’amore. Ma non tutto è come appare: tra amici e nemici, buoni e cattivi che si scambiano continuamente di ruolo, anche Lemon si unirà alla ricerca di Ana Monrova, e dovrà trovarla prima che ci riesca la sua vecchia amica.

“Deviat4” è il secondo romanzo della trilogia Lifel1k3 Series dell’autore australiano Jay Kristoff, arrivato nuovamente in Italia con questa freschissima uscita.

Il primo libro mi ha incuriosita tantissimo e mi è anche piaciuto molto. Le ultime pagine mi avevano lasciata davvero interdetta, anche perché nelle poche righe prima della conclusione l’autore aveva lanciato diverse bombe a sconvolgere tutto.

Sul punto di vista temporale della storia, il secondo libro si riallaccia subito dopo la fine del primo. Su questo punto non ci sono stati problemi, anche perché spesso soffro il passaggio da un libro all’altro delle saghe (soprattutto quando fatti male).

Questa volta il fulcro della storia cambia un po’ i protagonisti, e sono stata davvero contenta di poter approfondire la conoscenza di quelli già presenti e di scoprirne dei nuovi.

Come secondo libro è stato anche questa volta carico di eventi, ma rispetto al primo l’ho trovato un po’ meno pesante e molto più scorrevole. In pochissimi giorni le pagine sono volate!

La storia ha preso dei risvolti davvero interessanti e i colpi di scena non sono mancati! Non vedo l’ora di lanciarmi sull’ultimo volume per scoprire come questa trilogia si concluderà!

Recensione “Lifel1k3” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series| Oscar Vault | Mondadori

“Nonno diceva sempre che era sempre meglio ricevere un proiettile per chi eri che essere abbracciato per chi non eri. Tanto prima o poi nelle Scorie qualcuno ti avrebbe sparato comunque.”

Lifel1k3, Jay Kristoff

Eve ha diciassette anni, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un segreto da custodire. No, grazie, è già abbastanza impegnata a guardarsi le spalle e a districarsi tra mille problemi. Problema numero uno: il robot gladiatore che ha passato mesi a costruire è stato ridotto a un relitto fumante. Problema numero due: ha perso con gli allibratori i pochi crediti che aveva, l’unico mezzo per comprare le medicine indispensabili a Nonno. Problema numero tre: un gruppo di fanatici puritani la vuole uccidere e… che altro? Ah, sì, ha appena scoperto che può distruggere le macchine con il potere della mente.

Forse ha vissuto momenti peggiori, ma non riesce proprio a ricordarseli.

Quando però scopre la carcassa di un ragazzo androide di nome Ezekiel, nell’ammasso di rottami che chiama casa, tutto cambia; si mette in viaggio per salvare chi ama insieme a lui, alla sua amica Lemon e al suo compagno robotico Cricket: attraverseranno deserti di vetro nero, combatteranno contro cyborg assassini, esploreranno megalopoli abbandonate, fino a scoprire i segreti sepolti nel suo passato… anche se ci sono segreti che è meglio non portare alla luce.

“Questi bifolchi volevano crocifiggerla? Metterle la parola fine? Bè, avrebbe fatto assaggiare loro una fine come non l’avevano mai vista.”

Lifel1k3, Jay Kristoff



La trilogia “Lifel1k3” di Jay Kristoff è stata pubblicata qui in Italia di recente, e già dal suo primo annuncio ha messo parecchio hype ai lettori (nuovi e vecchi) che aspettavano quest’uscita.

La trilogia è composta in ordine dai volumi : Lifel1k3, Dev1at4 e Truelif3. Tutti pubblicati nella collana Oscar Fantastica il 25 ottobre 2022.

Fra i lettori che hanno apprezzato le sue pubblicazioni precedenti e coloro che invece lo hanno scoperto grazie al fenomeno del booktok, Kristoff è ormai diventato uno degli autori di punta per Oscar Vault e portare anche in Italia la Lifel1k3 Series è stata un’ottima scelta!

Pur essendo incuriosita tantissimo da questo autore, fino a questa pubblicazione non ero ancora riuscita a leggere qualcosa di suo. Ero intenzionata a partire dalla trilogia di “Nevernight” o da “Illumnae” (gioiellino trovato al Libraccio durante il SalTo 2022!) ma a quanto pare il fato ha voluto diversamente!

E fra le altre pubblicazioni di Kristoff tradotte in italiano vi ricordo che trovate anche la trilogia di “Aurora Rising“!

Dunque dunque, da dove iniziare per parlare di questo primo libro?

Proprio perché non avevo mai letto niente di suo prima, non avevo idea di cosa aspettarmi. Non so se il worldbuilding sia condiviso o solo simile ad altre sue opere sci-fi, ma ammetto che nei primi capitoli ho fatto un po’ fatica a comprenderlo.

Penso che l’autore abbia avuto delle idee eccezionali, ma avrei preferito che alcuni dettagli fossero spiegati meglio e non lasciarti al caso.

L’ambientazione è in un (probabilissimo) mondo futuro in cui il pianeta è perlopiù distrutto, ma abitato da esseri umani che convivono con quelli che noi chiamiamo robot o androidi (anche se nel libro hanno nomi alquanto diversi).

In un mondo del genere la vita è difficile e anche uscire di casa espone gli esseri viventi a grossi rischi per la propria salute.

Fa poi da cornice una situazione sociale presentata diversamente da come si può immaginare: dominano le grandi aziende tecnologiche costantemente in lotta per conquistare quel poco di mondo che rimane.

La storia prende il via subito, non c’è una vera e propria “entrata” per il lettore e dalle prime righe ci ritroviamo nella vita di Eve, che nonostante le difficoltà sembra vivere nella norma rispetto al contesto.

Già dopo i primi capitoli c’è un boom di azione assurdo e lì iniziano le prime grane per i protagonisti.

Scontri, lotte e sorprese si presentano l’una dopo l’altra e devo ammettere che si è trattata di una lettura davvero bella carica!

Non la definirei pesante, ma proprio per questo concentrato d’azione le pagine non sembravano finire mai!

Il primo romanzo conta circa 400 pagine, ed è più o meno la lunghezza media delle mie letture, ma devo ammettere che già verso la metà mi sembrava di aver scalato una montagna tanti erano gli avvenimenti descritti.

La parte finale invece è volata via, di certo ci sono stati meno colpi di scena grossi ma la lettura è stata allo stesso modo interessante e l’ho letta molto più velocemente della prima metà.

Il finale mi ha lasciata a bocca aperta, lo stile dell’autore mi è piaciuto tantissimo (come tutto il mondo che è riuscito a costruire) e per fortuna ho già fra le mani il secondo volume, così posso lanciarmi subito alla lettura!

“La persona che pensavo di essere stata, i ricordi su cui avevo costruito me stessa erano solo stronzate. Perciò chi diavolo sono adesso, Lem?”

Lifel1k3, Jay Kristoff

A breve quindi arriverà anche la recensione del secondo libro! Prima di lasciarti andare via ti ricordo che infondo alla pagina troverai una casella dedicata alla newsletter, iscriviti per non perdere i prossimi articoli!

Recensione “Il Filo Avvelenato” di Laura Purcell – Oscar Vault

“Il Filo Avvelenato” di Laura Purcell, è stato pubblicato in Italia il 21 settembre di quest’anno.
Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima grazie ad una collaborazione, e finalmente oggi ho la possibilità di parlarvene.

Si tratta di un romanzo in stile gotico, e vi anticipo via adesso che l’ho amato alla follia! Le due protagoniste sono ragazze molto diverse fra loro, ma che per certi versi si somigliano molto…

Prima di lasciarvi alla trama, vi rimando alla lettura del mio precedente approfondimento riguardo a questo libro, pe leggere “Il romanzo gotico fra mostri e società, CLICCA QUI.

Gran Bretagna, prima metà dell’Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L’incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell’innocenza.


Se cercate un libro con attmosfere tetre e che racconti una storia struggente dalla prima all’ultima pagina, vi consiglio di leggere questo libro.


Su IG ho deciso di accompagnare alla recensione il cosplay di Dorothea Truelove, che ci tengo a riportare anche qui:


Ho amato il personaggio di Dorothea, e oltre a ispirarmi tantissimo mi ha anche ricordato un po’ me stessa.

Dorothea, in controcorrente con gli standard a società dell’epoca e il volere di suo padre, decide di fare ciò che vuole e di inseguire ciò che la fa sentire viva.
Ovviamente è mal vista per le sue “follie” e per rimediare suo padre vuole farla sposare.

È la protagonista insieme a Ruth, e credo che questi due personaggi siano il punto forte del romanzo.
Sono così diverse, eppure così simili.

Fra i capitoli c’è una sorta di alternanza, che ripercorre la storia di ognuna e assegna un capitolo all’una, e il seguente all’altra.
Per quanto solitamente non ami questa struttura, stavolta mi è piaciuta molto perché mi ha permesso di seguire le storie di entrambe, come su una doppia prospettiva.

Poi c’è da dire anche che i capitoli sono tutti equilibrati fra di loro e non ho avvertito spacchi temporali o buchi della trama.

Leggere questo libro è stato come avere il cuore su una grattugia. La storia di Ruth mi ha davvero fatta emozionare e a tratti mi ha portato sull’orlo del pianto.
Per diversi giorni non sono riuscita a staccarmi, volevo saperne di più e arrivare alla conclusione.

Sotto i post promozionali proposti dalla casa editrice prima dell’uscita del romanzo, ho visto un sacco di commenti del genere “sembra proprio una bella storia”/”è un libro di sicuro molto appassionante” (e simili).

È una bella storia?
Assolutamente sì, ma non “bella” in senso positivo o come si intende solitamente per una letturina leggera.

È appassionante?
Anche, ma (anche questo) non come altri libri.
Se deciderete di leggere “Il Filo Avvelenato”, preparatevi già adesso ad avere il cuore spezzato e un buco nello stomaco già dalle prime pagine.

E no, non c’è nessuna ship.

Si tratta di un romanzo gotico a 360°, che oltre a riprendere lo stile in modo perfetto aggiunge una storia nuova ed emozionante al punto giusto.

Fra le cose che ho già anticipato nella tappa di approfondimento (corri a leggerla se non l’hai già fatto!) ci sono alcune cosine di cui voglio parlare anche qui:

-Mi è piaciuto molto che si esplorassero quasi tutte le classi sociali dell’epoca. Da Ruth che è una semplice ricamatrice, a Dorothea che è una Miss, fino ad arrivare a commercianti e dame dell’alta società. Ciò come lettrice mi ha fornito un punto di vista più ampio da cui analizzare la storia.

-A tratti mi sembrava di essere lì. Non riesco ad inserirmi nella storia spesso, soprattutto poi come mi è successo con questo romanzo. Descrizioni, dialoghi e narrazione sono stati scritti così bene che mi sembrava di assistere come una spettatrice invisibile.
Su questo punto probabilmente ha giocato un forte ruolo anche la mia “sintonia” con i personaggi, che va ovviamente a favore di tutto.

L’irrazionale e la frenologia.
Il primo: punto focale del romanzo gotico.
Il secondo: ciò che porta novità a questa storia.
Mi è piaciuto tanto come il lato dell’irrazionalità è stato trattato, anche in relazione al carcere femminile e alle detenute. Inserire poi in questo racconto la frenologia (che non conoscevo) ha reso tutto più interessante.

Cos’è la frenologia? (inserisco per chi non ne fosse informato)

La teoria scientifica, affermatasi nel sec. XIX e oggi abbandonata, secondo cui dalla conformazione del cranio è possibile risalire allo sviluppo di certe zone del cervello, sedi di particolari funzioni psichiche.



Il finale mi ha lasciato a bocca aperta. Ho dovuto leggerlo attentamente 2-3 volte per constatare di aver capito bene (ma forse anche perché non volevo che questa storia finisse).
È stato sorprendente ma strano, lascia intendere cosa sia accaduto ma non lo dice.
Potrebbe sembrare un finale chiuso del tutto, ma non mi stupirei (e non ci resterei assolutamente male) se da quei piccoli spiragli che ancora restano aperti ne uscisse una novella o un secondo romanzo.

Sono conscia che sarebbe un po’ assurdo (dato che non ci sarebbe tantissimo su cui elaborare una nuova storia) ma mi piacerebbe conoscere l’evoluzione di Dorothea dopo gli eventi finali.


A questo punto non so come continuare per farvi capire quanto ho amato questo libro, ma posso assicurarvi che entrerà di sicuro a far parte della classifica dei migliori libri dell’anno.
Inoltre, è il primo romanzo che ho letto di Laura Purcell, e il suo stile mi è piaciuto cos tanto che ho già aggiunto alla wishlist tutti i suoi romanzi già arrivati qui in Italia.
Sono tanto desiderosa di recuperare in cartaceo anche il libro di cui vi ho appena finito di parlare, e spero che altri dei suoi gioielli possano essere tradotti.


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“A court of thorns and roses” oppure “La corte di rose e spine”?- Recensione del romanzo di Sarah J. Maas

“La corte di rose e spine” è uno dei primi libri che ho scoperto (e acquistato) grazie al bookstagram e alla mia attività di blogging.
Non smetterò mai di dire quanto sia fantastico scoprire nuovi libri attraverso i social, e questo è uno dei motivi che mi spinge ad andare avanti da quando ho scoperto il mondo dei social.

Per chi non la conoscesse (ma in che senso non l’avete mai vista?!) lascio qui la trama del libro:

Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.”

Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge “ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita”. Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende.

È una saga su cui si è parlato e riparlato: ci sono i non-fan del fantasy che lo hanno letto e hanno detto che è un libro bellissimo, ci sono gli amanti del fantasy “puro” che dicono che è una presa in giro.
C’è chi invece “legge un po’ di tutto” e dice che è trash, chi invece dice che non è un libro adatto al target a cui si riferisce e chi dice che è questa autrice costruisce solo castelli sulle nuvole fatti male.
Ma ovviamente c’è anche chi è statə prontə a riversare tutto il proprio amore su questi libri.

Insomma, è una saga sulla quale ne sono state detti di tutti i colori.

Ci tengo a dire che questa mia recensione arriva in seguito ad una rilettura.
La prima recensione ha preso posto direttamente su IG, ed è lì che la trovava ancora, ma prima di riportarvela, cominciamo dall’inizio:

Ad agosto 2020 sono partita alla ricerca del cofanetto di “A court of thorns and roses” in inglese, quello bello nella vecchia edizione, di cui mi sono letteralmente innamorata.
Ci ho messo un bel po’ di tempo per trovarlo ad un prezzo che non comprendesse anche la vendita di un organo vitale, ma ogni volta che guardo queste edizioni nella mia libreria capisco che ne è valsa davvero la pena.

Ho deciso di acquistare l’edizione inglese per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che la traduzione dell’edizione italiana non è fatta bene.
Su questo libro, ci resta solo da sperare che il Drago della Oscar Vault in uscita questo ottobre (comprendente i tre romanzi insieme + la novella non ancora tradotta) comprenda ANCHE una nuova traduzione e non SOLO la novella seguente alla trilogia, “A court of frost and starlight”.

Piccola riflessione: sui social la casa editrice ha alzato un piccolo polverone di polemiche per il cover reveal della nuova edizione, prolungando questo “simpatico” scherzo per diversi giorni.
Alla fine di queste stressanti peripezie (roba che se fosse successo ad un altro autore si sarebbe scatenato un putiferio) è finalmente venuta fuori la “nuova” copertina… Che tanto nuova non è perché riprende semplicemente la grafica del cofanetto inglese.
Presto la vecchia edizione sarà fuori stampa, e chi acquisterà la nuova in futuro non si troverà solo con una traduzione pessima (se non sarà corretta) ma anche con una grafica poco originale.
Quindi sul punto di vista esclusivamente grafico, vi consiglierei di acquistare la vecchia edizione (che tanto brutta non è, e si avvicina più o meno alle grafiche originali).

Detto ciò, ho iniziato la prima lettura di “A court of thorns and roses” ad ottobre 2020, e l’ho conclusa a dicembre.
Ci ho messo un po’ perché è stata la mia prima lettura completa in lingua.

Dopo averlo finito, ne ero entusiasta, non ci avevo trovato nessun difetto e lo avevo letteralmente amato!
È stato un po’ triste concludere il primo libro, come lasciare da parte dei vecchi amici.

Dopo la rilettura, credo di essermi affezionata ancora di più a questa saga.

Purtroppo avevo dimenticato alcuni eventi narrati, ricordavo nitidamente solo i primi 10 capitoli, gli ultimi 10 e alcuni eventi centrali.
Rileggere il libro, nonostante alcuni errori di traduzione, mi ha sicuramente aiutata a ricordare meglio gli eventi e a riordinarli.

Inoltre, qualche giorno prima della rilettura ho scoperto che “La corte di rose e spine” è un retelling de “La Bella e la Bestia”.
Questo mi ha sorpresa molto, perché durante la prima lettura non avevo notato alcuni dettagli del retelling che poi ho colto durante la rilettura.

Lo stile dell’autrice mi fa impazzire, mi piace molto il modo in cui gli eventi sono stati costruiti. Poi sono già molto affezionata ai personaggi, anche se non ho ancora ben compreso perché *chiunque* sbavi per Rhysand fin dalla sua prima entrata in scena.

Purtroppo per questa saga e per tutti i lettori che vogliono iniziarla, gli spoiler a riguardo circolano molto facilmente, per cui già prima di iniziare il libro in inglese ero a conoscenza di alcuni eventi.

È un vero peccato che ci sia una mancanza di rispetto tale da non avvertire neanche quando si vuole fare qualche spoiler (sui social soprattutto, è una cosa che non vedo accadere con altri libri), e si rischia di rovinare (e rovinarsi, per sbaglio) la lettura a tante persone.

Nel lasso di tempo che è passato fra la lettura in lingua originale e la rilettura in italiano, ho anche avuto modo di scoprire diverse curiosità riguardo il wordlbulding, la questione del retelling e i dettagli geografici e culturali a cui l’autrice si è ispirata, ed è stato un vero piacere ritornare in questo modo fantasy che trovo davvero familiare.

Sono davvero curiosa di leggere il secondo libro di questa saga, “Una corte di nebbia e furia”, anche se sono abbastanza indecisa su se leggerla prima in italiano e poi in inglese o viceversa.
Dicono che sia il libro più bello della trilogia, quindi di sicuro ho aspettative molte alte. Staremo a vedere cosa succederà!