Recensione “La biblioteca di sangue e inchiostro” di Emma Törzs | Mondadori Fantastica

La famiglia Kalotay è da generazioni custode di una collezione di libri molto speciali: volumi rari e antichissimi, sulle cui pagine sono stati trascritti, con un inchiostro a base di erbe e sangue, incantesimi di ogni tipo. Ci sono quelli che permettono di attraversare i muri o manipolare oggetti, e quelli in grado di mettere a rischio la vita delle persone: veri e propri libri magici, che le sorelle Joanna ed Esther sono state educate a rispettare e proteggere. È stata proprio la magia, però, a separare le due ragazze: Esther ha trascorso gli ultimi anni spostandosi da un luogo all’altro, cambiando continuamente lavoro, nel disperato tentativo di evitare l’incantesimo mortale che ha ucciso sua madre. Joanna invece è rimasta sola nella grande casa di famiglia, tra i boschi del Vermont, nascosta da una barriera di scudi invisibili che le consentono di proteggere la biblioteca ma che, al tempo stesso, la condannano alla solitudine più assoluta. Fin da piccola riesce a identificare i libri magici grazie a un ronzio che sente scorrere nelle vene ogniqualvolta si trova davanti al loro inchiostro speciale, e dopo la morte del padre ha dedicato la sua intera esistenza allo studio e alla conservazione dei preziosi volumi. Le cose però prendono una piega inaspettata: nell’ultimo anno, infatti, Esther ha trovato rifugio in una piccola base di ricerca in Antartide e l’incontro con Pearl, di cui si è perdutamente innamorata, l’ha convinta a mettere radici e a sfidare la maledizione da cui per anni ha tentato di fuggire. Quando alcune macchie di sangue appaiono sulla superficie degli specchi della base di ricerca capisce che dal destino è impossibile scappare: Esther sa che qualcuno sta venendo a cercarla, mentre Joanna e la sua collezione sono in pericolo. Le due sorelle devono lottare per sopravvivere e, per farlo, sarà necessario svelare i segreti che i loro genitori hanno tenuto nascosti per tutta la vita: segreti che attraversano secoli e continenti e che potrebbero mettere in pericolo la loro stessa esistenza.

La biblioteca di sangue e inchiostro” è il romanzo di sottogenere fantasy d’esordio di Emma Törzs, uscito a luglio 2023 in UK e arrivato in Italia grazie a Mondadori il mese scorso.

Un libro che parla di libri magici e biblioteche, potevo mai perdermi una lettura del genere?

Già prima dell’uscita avevo notato spesso consigliato questo titolo tra le rubriche “libri che parlano di libri” e simili, dunque sono partita carichissima per questa lettura e super entusiasta.

Purtroppo però, tutta l’energia per me si è smorzata subito.

Già dai primi capitoli conosciamo le due sorelle protagoniste e un po’ del loro passato, ma sinceramente ho fatto fatica ad andare avanti perchè tutto ciò che viene raccontato è terribilmente lento.

Quello di cui avrei avuto bisogno era una lettura fluida, che mi trascinasse in una narrazione da cui non avrei voluto staccarmi…ma purtroppo non è stato così.

Occhio che non dico che non mi sia piaciuto o che mi sia annoiata, ma onestamente penso che la prima parte della storia sarebbe potuta essere molto meglio con qualche piccola accortezza.

Tra il peso di un capitolo e l’altro conosciamo meglio Jo e Esther, le due sorelle eredi della biblioteca, e anche tutti i personaggi che fanno da contorno alle loro vite. Dopo un bel po’ di capitoli poi è arrivata anche una nuova storyline che per me ha dato una svolta alla storia. Infatti dopo un po’ ai protagonisti si aggiunge anche Nicholas, e il suo POV è stato il mio preferito e comunque quello meno noioso o gestito meglio.

Le prime 130-140 pagine sono state il vero e proprio blocco da superare per far partire la storia, non che per tutte queste pagine non sia successo nulla, ma anche gli eventi più drammatici mi hanno trasmesso poco e niente. Anche empatizzare con i personaggi è stato abbastanza complesso perchè all’inizio è stato come se tutti i loro veri pensieri e le emozioni fossero occultate al lettore o nascoste da un velo: anche la tristezza più cupa mi è sembrata ovattata.

Invece nel momento in cui l’autrice ha iniziato a metterci dentro un po’ di colore mi sono sentita all’interno della storia al 100% e mi è stato impossibile non sentirmi vicina sia a Jo che a Esther nei momenti in cui l’una pensava all’altra.

I rapporti tra sorelle possono sembrare la cosa più naturale del mondo ma non sempre questi riescono ad essere sani o pacifici come li vorremmo. Delle volte tutte queste difficoltà sono date dall’ambiente eh ci circonda, dal sentirsi meno “speciale” del proprio fratello/sorella e spesso le figure genitoriali neanche sono d’aiuto. E sinceramente è un po’ dura per me ammettere che questa è la parte che ho sentito di più.

Un’altra cosa in cui mi sono rivista molto è nella solitudine di Nicholas, negli ultimi tempi mi sono sentita come lui più volte di quanto si potrebbe immaginare e la sua “paura” nei confronti del mondo e la sensazione di non avere mai nessuno di cui fidarsi totalmente mi hanno fatta sentire estremamente vicina al suo personaggio.

Dopo il primo blocco iniziale la storia si è totalmente ripresa e penso di aver divorato in una sola serata le restanti 150 pagine, ammetto che mi sarebbe piaciuto molto di più se questa carica ci fosse stata fin dall’inizio ma diciamo che tutto sommato è stata una lettura salvabile e ci accontentiamo lo stesso.

“La biblioteca di sangue e inchiostro” non è solo un libro che parla di libri e magia, ma anche una storia piena di quello che è il significato della famiglia, non sono per quanto riguarda i rapporti tra fratelli o sorelle ma anche per quelli con i propri genitori o le proprie “origini”.

Ormai si sentono tantissime storie di persone comuni “obbligate” a fare cose solo perchè hanno ereditato determinate responsabilità dalla propria famiglia e ad essere totalmente sincera questa parte del libro è stata confortante.

Spesso sentiamo l’obbligo di dover rispettare responsabilità che non sono nostre o che non ci appartengono, finendo per arrivare al limite della sopportazione con la nostra vita che va a rotoli. A modo suo penso che l’autrice volesse trasmettere quanto sia importante lasciare andare questi pesi e tutto ciò che non abbiamo chiesto che era in realtà solo il desiderio di qualcun’altro. La vita è troppo breve per perdere tempo dietro alle aspettative altrui e a me forse serviva proprio questo libro per capirlo.

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Per concludere ringrazio Mondadori per la possibilità di organizzare il review party per questa uscita e anche tutti i miei compagni di viaggio per questa lettura!

Recensione “Hell Bent : Portale per l’inferno” di Leigh Bardugo| Alex Stern Trilogy| Mondadori

“C’è un solo peccato che può trasformare un uomo in demone” disse Michelle “L’omicidio”

Hell Bent



Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno.
Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro.

Ma Galaxy “Alex” Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale.

Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l’assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il “gentiluomo della Lethe”.

Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all’opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l’oscurità insita nelle mura dell’università.

Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.

Hell Bent: portale per l’inferno” è il secondo romanzo della Alex Stern Trilogy di Leigh Bardugo, che segue “La Nona Casa” uscito nel 2019.

Ho scoperto l’autrice tramite la prima trilogia del Grishaverse, e già dal primo libro me ne sono innamorata. Quando ho saputo della nuovissima uscita qui in Italia ne ho approfittato per fare una full immersion con il primo libro, e infatti nelle ultime settimane ho letto poco altro oltre alla Bardugo.

Personalmente la adoro, non solo per le storie che è stata in grado di creare, ma anche per lo stile che riesce a farmi sentire “a casa“. I suoi libri riescono a farmi ritrovare il piacere della lettura anche in periodi pieni o in cui il desiderio di leggere è scarso e credo che ormai di poterla definire fra i miei comfort author.

Però prima ho qualche disclaimer per chi, come me, arriva alla trilogia di Alex Stern dopo il Grishaverse.
“La Nona Casa” e “Hell Bent” sono due romanzi MOLTO diversi dal Grishaverse.
Innanzitutto cambia il target, infatti questa trilogia è rivolta ad un pubblico un po’ più adulto (si tratta di un new adult, e non uno young adult come il Grishaverse) e di conseguenza cambiano temi e soggetti.
In secondo luogo vi ricordo che non si tratta di un dark fantasy ma di soprannaturale o al massimo science fantasy, che è molto diverso! Purtroppo su questo c’è molta confusione, data da dettagli che traggono in inganno.

Come è successo per il primo libro, anche in “Hell Bent” i primi capitoli iniziali sono stati un po’ lenti. Io ho letto entrambi i libri di seguito e quindi forse questo mi ha pesato un po’ di più, ma per chi aspettava questo secondo libro dal 2019 lo affronterà di sicuro come una passeggiata.

Il libro inizia con il ritorno a Yale degli studenti e il nuovo anno accademico, quindi aspettatevi un continuo brusio di amicizie ritrovate, nostalgia per l’estate, cambi di residenze studentesche e quel profumo dell’autunno che sta per arrivare e delle lezioni che stanno per ricominciare.
Penso si sia capito che l’ambientazione accademica, e poi proprio a Yale, mi è piaciuta tantissimo.

Diciamo pure che è tutta colpa di Rory Gilmore se mi sembrava di essere nei corridoi e nelle aule di Yale. Ormai conosco questo posto come le mie tasche.

Dopo questo inizio Alex Stern ha un solo obbiettivo: riportare Darlington fuori dall’inferno. I veri problemi però iniziano quando si rende conto che i piani alti della Lethe non hanno intenzione di aiutarla, e quindi lei e la Dawes dovranno sbrigarsela da sole.

La situazione però comincia a precipitare ancora di più quando degli importanti membri dell’università di Yale e della società di New Haven iniziano a morire inspiegabilmente. Non sembra trattarsi di omicidi, ma c’è di sicuro qualcosa che non va.

E da qui ripartono misteri, riti e magia.
Quanto sarà pericoloso, ancora una volta, mettersi contro i pezzi grossi e le otto case dell’occulto?

In questo secondo libro emerge più forte che mai il ritorno del passato, e anche se Alex spera di aver chiuso quella porta sa già che ritornerà a tormentarla più forte di prima.

Ma la nostra protagonista (ormai una dei miei preferiti) non ha intenzione di lasciarsi trasportare dalla corrente e farà del suo meglio per restare aggrappata anche al più piccolo spiraglio che le resta. Tutto per non dover ritornare alla sua vita precedente.

Se la parte dedicata all’occulto e alla magia nel primo libro mi aveva affascinata, in questo secondo ho avuto pane per i miei denti!
Indovinelli, arcani e misteri da risolvere: ecco ciò che serve per una lettura da cinque stelle!

La Bardugo ha mosso con maestria tutti i fili narrativi che erano in ballo, riuscendo a creare una storia che non lascia due minuti di noia. Ora però ho bisogno del terzo libro e spero di non dover aspettare troppo, anche perché mi è capitato sentir parlare di un nuovo romance che è in scrittura al momento e che, spero, non tolga troppo spazio a questa trilogia!

Ma dato che sono previste anche le uscite di alcune novelle collegate alla trilogia, ovviamente ci accontentiamo anche se la Bardugo ne farà uscire qualcuna a breve.
Io aspetto!

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“Pensi davvero che l’inferno sia un gross buco da qualche parte sotto le linee fognarie? Che basti scavare abbastanza infondo per arrivarci?”

Hell Bent

Recensione “Hide” di Kiersten White | Mondadori | Il libro ispirato a Squid Game

“Alle generazioni più giovani: vi abbiamo chiesto di salvarci, ma questo compito non dovrebbe spettare a voi. Scusateci”

La sfida: trascorrere un’intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo).

Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita.

Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita –, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro.

Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta. Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze…

“Mack non è mai stata perfetta in vita sua. La parola “perfetta” le risulta aliena, rigida, scomoda. Ma forse si tratta di un lavoro. Con qualche soldo per rendersi presentabile avrà una vera possibilità. Basta che nessuno ficchi il naso dove non deve. Basta che nessuno la osservi troppo da vicino. In quel caso potrebbe farcela.

Hide” è un romanzo di Kiersten White pubblicato a maggio del 2022 e portato qui in Italia da Mondadori. Si tratta proprio di un’uscita freschissima di pochi giorni e che aspettavo con ansia, per cui ringrazio in anticipo la mia cara amica Silvia (che trovate su IG cliccando qui → @_acourtofshadowbook_ ←) per avermi coinvolta in questo emozionante review party!

La didascalia del libro originale recita “The book you need after Squid Game” e anche se non ho visto questa serie (sarò probabilmente una dei pochi!) devo dire che non mi ha trasmesso molto le vibes dei trailer o di scene varie viste online. Si dovrebbe dunque trattare di un libro ispirato alla serie, anche se non ho proprio le idee chiare su questa cosa!

Quattordici partecipanti, che non sembrano avere proprio nulla in comune, si ritrovano invitati ad un reality in cui dovranno giocare a nascondino per vincere una somma di denaro con così tanti zeri da poter cambiare le loro vite.

“Nel 1974, durante la settimana aperta a tutti, un importante uomo d’affari che viveva nel Nord dello stato decise di visitare il parco. Portò con sé la moglie e i due figli, cogliendo l’occasione per una breve vacanza. La bambina di cinque anni svanì nel nulla. Uno dei lavoratori stagionali, un forestiero, fu arrestato per omicidio, ma la pubblicità negativa macchiò per sempre la reputazione del parco, che finì per chiudere i battenti

Non si tratta di un libro molto lungo, conta infatti poco più di duecento pagine e per i miei standard lo considero un libro breve. Nonostante ciò però mi ha preso davvero tanto e l’ho divorato in pochissimo tempo.

È stato interessante ed emozionante scoprire i retroscena dei vari personaggi, conoscere le loro vite e venire a contatto con i loro traumi, le loro idee per il futuro e soprattutto le loro speranze.
Proprio riguardo ai personaggi l’autrice è riuscita a farmi capire che non tutto ciò che sembra perfetto lo è, delle volte è solo pura apparenza e al contrario, che anche in una vita disastrosa si può scorgere uno spiraglio di speranza.

Già dall’inizio intuivo che c’era qualcosa di più sotto, e pagina dopo pagina lo stile dell’autrice mi ha messo sempre più curiosità. Il mistero si infittiva e già dalla metà avevo dei sospetti che poi si sono rivelati fondati.

È stata una lettura davvero stupenda, mi sono sentita totalmente coinvolta e sono riuscita ad emozionarmi più volte.
I momenti di climax e tensione sono scritti in modo perfetto, quindi se deciderete di leggere questo libro tenetevi pronti a restare con il fiato sospeso più volte.

Sia i personaggi che le ambientazioni per me sono state ultra realistiche, e l’idea di un parco abbandonato in cui giocare a nascondino mi ha lasciato addosso curiosità e inquietudine insieme.

Mi sono piaciuti tanto anche i numerosi POV della narrazione, in questo modo ogni personaggio ha avuto modo di farsi conoscere e ciò ha dato una sorta di completezza a tutta la storia.

Per concludere, è una lettura che consiglio decisamente! Ho notato che online ci sono un po’ di dispute sul genere a cui questo romanzo appartiene, ma se volete godervi una bella lettura che saprà tenervi con il fiato sospeso, questo libro fa proprio per voi!

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