Recensione “La biblioteca di sangue e inchiostro” di Emma Törzs | Mondadori Fantastica

La famiglia Kalotay è da generazioni custode di una collezione di libri molto speciali: volumi rari e antichissimi, sulle cui pagine sono stati trascritti, con un inchiostro a base di erbe e sangue, incantesimi di ogni tipo. Ci sono quelli che permettono di attraversare i muri o manipolare oggetti, e quelli in grado di mettere a rischio la vita delle persone: veri e propri libri magici, che le sorelle Joanna ed Esther sono state educate a rispettare e proteggere. È stata proprio la magia, però, a separare le due ragazze: Esther ha trascorso gli ultimi anni spostandosi da un luogo all’altro, cambiando continuamente lavoro, nel disperato tentativo di evitare l’incantesimo mortale che ha ucciso sua madre. Joanna invece è rimasta sola nella grande casa di famiglia, tra i boschi del Vermont, nascosta da una barriera di scudi invisibili che le consentono di proteggere la biblioteca ma che, al tempo stesso, la condannano alla solitudine più assoluta. Fin da piccola riesce a identificare i libri magici grazie a un ronzio che sente scorrere nelle vene ogniqualvolta si trova davanti al loro inchiostro speciale, e dopo la morte del padre ha dedicato la sua intera esistenza allo studio e alla conservazione dei preziosi volumi. Le cose però prendono una piega inaspettata: nell’ultimo anno, infatti, Esther ha trovato rifugio in una piccola base di ricerca in Antartide e l’incontro con Pearl, di cui si è perdutamente innamorata, l’ha convinta a mettere radici e a sfidare la maledizione da cui per anni ha tentato di fuggire. Quando alcune macchie di sangue appaiono sulla superficie degli specchi della base di ricerca capisce che dal destino è impossibile scappare: Esther sa che qualcuno sta venendo a cercarla, mentre Joanna e la sua collezione sono in pericolo. Le due sorelle devono lottare per sopravvivere e, per farlo, sarà necessario svelare i segreti che i loro genitori hanno tenuto nascosti per tutta la vita: segreti che attraversano secoli e continenti e che potrebbero mettere in pericolo la loro stessa esistenza.

La biblioteca di sangue e inchiostro” è il romanzo di sottogenere fantasy d’esordio di Emma Törzs, uscito a luglio 2023 in UK e arrivato in Italia grazie a Mondadori il mese scorso.

Un libro che parla di libri magici e biblioteche, potevo mai perdermi una lettura del genere?

Già prima dell’uscita avevo notato spesso consigliato questo titolo tra le rubriche “libri che parlano di libri” e simili, dunque sono partita carichissima per questa lettura e super entusiasta.

Purtroppo però, tutta l’energia per me si è smorzata subito.

Già dai primi capitoli conosciamo le due sorelle protagoniste e un po’ del loro passato, ma sinceramente ho fatto fatica ad andare avanti perchè tutto ciò che viene raccontato è terribilmente lento.

Quello di cui avrei avuto bisogno era una lettura fluida, che mi trascinasse in una narrazione da cui non avrei voluto staccarmi…ma purtroppo non è stato così.

Occhio che non dico che non mi sia piaciuto o che mi sia annoiata, ma onestamente penso che la prima parte della storia sarebbe potuta essere molto meglio con qualche piccola accortezza.

Tra il peso di un capitolo e l’altro conosciamo meglio Jo e Esther, le due sorelle eredi della biblioteca, e anche tutti i personaggi che fanno da contorno alle loro vite. Dopo un bel po’ di capitoli poi è arrivata anche una nuova storyline che per me ha dato una svolta alla storia. Infatti dopo un po’ ai protagonisti si aggiunge anche Nicholas, e il suo POV è stato il mio preferito e comunque quello meno noioso o gestito meglio.

Le prime 130-140 pagine sono state il vero e proprio blocco da superare per far partire la storia, non che per tutte queste pagine non sia successo nulla, ma anche gli eventi più drammatici mi hanno trasmesso poco e niente. Anche empatizzare con i personaggi è stato abbastanza complesso perchè all’inizio è stato come se tutti i loro veri pensieri e le emozioni fossero occultate al lettore o nascoste da un velo: anche la tristezza più cupa mi è sembrata ovattata.

Invece nel momento in cui l’autrice ha iniziato a metterci dentro un po’ di colore mi sono sentita all’interno della storia al 100% e mi è stato impossibile non sentirmi vicina sia a Jo che a Esther nei momenti in cui l’una pensava all’altra.

I rapporti tra sorelle possono sembrare la cosa più naturale del mondo ma non sempre questi riescono ad essere sani o pacifici come li vorremmo. Delle volte tutte queste difficoltà sono date dall’ambiente eh ci circonda, dal sentirsi meno “speciale” del proprio fratello/sorella e spesso le figure genitoriali neanche sono d’aiuto. E sinceramente è un po’ dura per me ammettere che questa è la parte che ho sentito di più.

Un’altra cosa in cui mi sono rivista molto è nella solitudine di Nicholas, negli ultimi tempi mi sono sentita come lui più volte di quanto si potrebbe immaginare e la sua “paura” nei confronti del mondo e la sensazione di non avere mai nessuno di cui fidarsi totalmente mi hanno fatta sentire estremamente vicina al suo personaggio.

Dopo il primo blocco iniziale la storia si è totalmente ripresa e penso di aver divorato in una sola serata le restanti 150 pagine, ammetto che mi sarebbe piaciuto molto di più se questa carica ci fosse stata fin dall’inizio ma diciamo che tutto sommato è stata una lettura salvabile e ci accontentiamo lo stesso.

“La biblioteca di sangue e inchiostro” non è solo un libro che parla di libri e magia, ma anche una storia piena di quello che è il significato della famiglia, non sono per quanto riguarda i rapporti tra fratelli o sorelle ma anche per quelli con i propri genitori o le proprie “origini”.

Ormai si sentono tantissime storie di persone comuni “obbligate” a fare cose solo perchè hanno ereditato determinate responsabilità dalla propria famiglia e ad essere totalmente sincera questa parte del libro è stata confortante.

Spesso sentiamo l’obbligo di dover rispettare responsabilità che non sono nostre o che non ci appartengono, finendo per arrivare al limite della sopportazione con la nostra vita che va a rotoli. A modo suo penso che l’autrice volesse trasmettere quanto sia importante lasciare andare questi pesi e tutto ciò che non abbiamo chiesto che era in realtà solo il desiderio di qualcun’altro. La vita è troppo breve per perdere tempo dietro alle aspettative altrui e a me forse serviva proprio questo libro per capirlo.

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Per concludere ringrazio Mondadori per la possibilità di organizzare il review party per questa uscita e anche tutti i miei compagni di viaggio per questa lettura!

Recensione “My killer vacation” di Tessa Bailey| Mondadori

Tutto quello che desidera Taylor, una giovane insegnante annoiata da giornate sempre uguali e senza sorprese, è trascorrere una vacanza esclusiva nella soleggiata Cape Cod insieme al fratello Jude, con in testa un unico pensiero: l’abbronzatura.

Certo, non può immaginare che a pochi minuti dal suo arrivo nella villa da sogno che ha affittato (e che, nota bene, le è costata anni di faticosi risparmi) incapperà in un cadavere con un proiettile conficcato in fronte.

No, questo non è decisamente nei piani. Né lo è ritrovarsi tra i piedi Myles, un rozzo ex detective e ora cacciatore di taglie, assoldato dalla sorella del morto per fare luce sull’omicidio e possibilmente catturare l’assassino.

Uno talmente pieno di sé da rifiutare, con aria infastidita, la gentile offerta di Taylor di dare una mano a risolvere il caso. Un atteggiamento inaccettabile, perché prima di tutto lei non è disposta a ricevere un no come risposta, inoltre ne sa a bizzeffe di omicidi visto che ha passato un’infinità di ore ad ascoltare podcast true crime.

E poi, chi meglio di una maestra di seconda elementare sopravvissuta all’insegnamento in tempi di pandemia può districare situazioni complesse al limite dell’impossibile?

Dopotutto, forse, la vacanza di Taylor non è rovinata come sembra. Anzi, chissà?, questa piccola deviazione rispetto ai programmi potrebbe portarle persino qualcosa di più interessante (ed eccitante?) del previsto, quel brivido che le manca da molto, troppo tempo nella vita.

“My killer vacation” è un romanzo rosa di Tessa Bailey arrivato di recente in Italia grazie a Mondadori, che ha deciso di dare un’occasione a questa storia molto attesa!

I trope principali di questo romanzo sono la vacanza forzata, age gap e grumpy x sunshine. Si tratta inoltre di una storia autoconclusiva che per altro si svolge in meno di una settimana.

La lettura di questo libro è stata super scorrevole poiché lo stile dell’autrice è davvero leggerissimo e le pagine sono letteralmente volate via una dopo l’altra! Inoltre quando una storia è ambientata in un arco temporale breve apprezzo questa leggerezza e fluidità che mi permette di vivere la storia al passo con i protagonisti.

Ad un certo punto il romance inizia ad essere accompagnato da una sfumatura mistery davvero inaspettata e che ho trovato ben fatta! Ha dato un po’ di pepe alla storia, portando qualcosa di nuovo oltre alla sola storia d’amore.

Per me è stata una delle migliori letture estive che potessi desiderare e ritengo questo libro perfetto per chi aspetta una buona lettura per intrattenersi sotto l’ombrellone o in una calda giornata.

Personalmente però sento di dover aggiungere che essendo una fan dello slow burn questa storia d’amore mi è sembrata un po’ troppo “veloce” (come ho già detto si svolge in cinque giorni circa) e dunque su questo punto di vista mi è sembrata un po’ irrealistica.
Inoltre ci sono anche diverse scene spicy e lascio qui questa precisazione perché so che non tutti i lettori le apprezzano!

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Recensione “Una virtù crudele” di Emily Thiede | Mondadori

Tre matrimoni. Tre funerali. Alessa china la testa per nascondere gli occhi asciutti mentre si inginocchia davanti alla bara tempestata di gioielli sull’altare. Avrebbe pianto. Dopo. Lo ha sempre fatto. Restare vedova a diciotto anni è senza dubbio una tragedia. Ma è difficile trovare le lacrime quando la si vive per la terza volta.

Il dono che gli dei hanno concesso ad Alessa, in effetti, avrebbe dovuto amplificare la magia del suo Dorgale, non ucciderlo al minimo tocco. E ora, a un soffio dall’arrivo di uno sciame affamato di demoni che divorerà tutto ciò che incontrerà su Sansaverio, la giovane Lumera non ha più tempo per trovare un altro compagno e insieme opporsi all’avanzata delle forze maligne. Inoltre, influenzati da un predicatore, i suoi stessi soldati tentano di assassinarla, convinti che ucciderla sia l’unica speranza di salvezza per l’isola.

Nel disperato tentativo di sopravvivere, Alessa decide di assoldare Dante come guardia del corpo personale, un emarginato cinico e con la fama di essere un assassino. Ma con la ribellione ormai alle porte, i segreti che nasconde l’uomo potrebbero condurre al più terribile dei tradimenti. Si tratta di un alleato o di un nemico? Da questa risposta dipende sia la vita della giovane sia il destino del suo Paese.

“Una virtù crudele” è un romanzo di Emily Thiede uscito di recente per la collana Fantastica di Mondadori.
Si tratta del primo libro di una serie, “The last finestra“, e per il momento in lingua originale è stato già pubblicato anche il secondo libro.

Innanzitutto, la scrittura dell’autrice per me è stata sorprendente! Ha un talento nel creare mondi vividi e coinvolgenti e i suoi personaggi sono complessi e ben sviluppati.

Si tratta di un fantasy romance e personalmente ho molto apprezzato tutti gli elementi proposti!

La trama del libro ruota attorno ad Alessa, una giovane donna con un dono mortale che amplifica la magia di chi la circonda. Mentre i demoni minacciano di invadere la sua isola natale, Alessa assume Dante, un uomo misterioso, come sua guardia del corpo. I due devono lavorare insieme per scoprire la verità dietro l’invasione dei demoni e fermarla prima che sia troppo tardi.

Una delle cose che ho amato di questo libro è stato il modo in cui l’autrice ha gestito la magia. Ha creato un sistema di magia unico e affascinante, potente e pericoloso. Il modo in cui la magia interagisce con il mondo e i personaggi in esso è incredibilmente ben fatto.

Un’altra cosa del libro che ho apprezzato è stato lo sviluppo del personaggio. Alessa e Dante sono entrambi personaggi complessi e ricchi di sfumature, con i propri punti di forza e di debolezza. Vederli crescere e cambiare nel corso del libro è stato molto interessante.

L’unico difetto rilevato in questa lettura è la pesantezza iniziale che ho riscontrato nella prima parte del libro. Personalmente mi è più facile apprezzare quando l’ingresso in un nuovo mondo è graduale ma movimento, qui invece mi è sembrato di diventare vecchia dietro i capitoli iniziali!
Su questo punto penso proprio che sull’introduzione si sarebbe potuto lavorare meglio per rendere tutto più fluido.

Nel complesso, consiglio vivamente “Una virtù crudele” ai fan dei romanzi fantasy ricchi di azione ma non troppo impegnativi!

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Recensione “Destini Incrociati” di Lexi Ryan| Mondadori | Fantasy

Il palazzo dorato è avvolto dal velo della notte. La mia notte. Le mie tenebre. Il mio potere.

Quando seppe che la sorella Jas era stata venduta al re dei Fae delle ombre, Brie pensò che la sua vita non sarebbe potuta andare peggio di così. Ma ora, intrappolata in una ragnatela di bugie che lei stessa ha tessuto, dal momento che, innamorata contemporaneamente di due principi, non può più fidarsi di nessuno dei due, la sua esistenza non le appare certo più semplice. La guerra ormai è alle porte della corte di Unseelie, eppure Brie non è ancora in grado di scegliere da che parte stare.

Come potrebbe farlo, visto che non è capace di comprendere nemmeno se stessa? Più precipita, più le appare chiaro che le profezie non mentono e che lei – che le piaccia o meno – ha un ruolo da giocare nel destino del regno fatato.

“Destini Incrociati” di Lexi Ryan è il secondo libro della serie fantasy, che prosegue la storia avvincente e ricca di dettagli del regno fatato dei Fae. Si tratta della continuazione del primo libro “Promesse Vane“, e quindi non può essere letto come un romanzo autoconclusivo senza problemi.

La storia si concentra su Brie, la sorella di Jas che era stata venduta al re dei Fae delle ombre. In questo romanzo, Brie si trova intrappolata in una ragnatela di bugie che lei stessa ha tessuto, poiché si trova innamorata di due principi Fae contemporaneamente e non può fidarsi di nessuno dei due. Con la guerra alle porte della corte di Unseelie, Brie è costretta a scegliere da che parte stare, ma si ritrova incapace di farlo a causa della propria incertezza.

Una delle cose più interessanti di questo libro è la sua caratterizzazione dei personaggi. Brie è un personaggio complesso e ben sviluppato, con una gamma completa di emozioni e desideri contrastanti. La scrittrice Lexi Ryan fa un lavoro eccellente nel creare personaggi secondari altrettanto ben sviluppati e dettagliati, che catturano l’attenzione del lettore e lo fanno immergere completamente nel mondo fatato dei Fae.

La trama è intrigante e piena di colpi di scena, creando un’atmosfera intensa che tiene il lettore incollato alle pagine. Ci sono momenti di azione intensa e momenti di calma emotiva, che bilanciano bene il ritmo del libro. Inoltre, la scrittura fluida e coinvolgente di Lexi Ryan rende la narrazione avvincente e coinvolgente.

Per concludere, “Destini Incrociati” è un romanzo fantasy molto valido che non delude le aspettative dei lettori del primo libro della serie. La trama ben sviluppata, la caratterizzazione dei personaggi e la scrittura coinvolgente rendono questo libro un’ottima lettura per chiunque ami i romanzi fantasy pieni di colpi di scena e intrighi.

Recensione “Promesse vane” di Lexi Ryan| Mondadori

Potrei godermi l’oscurità, ma non sprecherò il mio tempo. Queste ore appartengono a spie e ladri. Appartengono a me.

Se c’è una certezza nella vita di Brie è che odia i Fae con tutta se stessa e che preferirebbe morire di fame per strada piuttosto che avere a che fare con loro.

Quando però la sorella Jas viene venduta come schiava a Mordeus, il sadico re Fae di Unseelie, per ripagare un debito, non può che rivedere la sua posizione. Per riportarla a casa, infatti, è costretta a stringere un patto proprio con il sovrano delle ombre: dovrà introdursi nella corte nemica, la corte del Sole, e, una volta dentro, rubare tre oggetti magici che un tempo gli erano appartenuti.

Accedere al palazzo dorato è un’impresa tutt’altro che semplice, però, tanto che l’unica possibilità per riuscirci sembra essere spacciarsi per una delle pretendenti del principe Ronan, erede al trono.

Determinata a portare a termine la sua missione senza farsi distrarre dal cuore, decide infine di accettare l’aiuto di una banda di disperati, di cui ignora però le vere intenzioni. A mano a mano che la conoscenza con il loro capo Finn si approfondisce, Brie si ritrova a combattere con se stessa per resistere al suo fascino seduttivo. In bilico tra due corti ugualmente pericolose, Brie sarà costretta a decidere di chi fidarsi e a chi offrire la propria lealtà. E quindi il proprio cuore.


Promesse Vane” è il primo romanzo di una dulogia fantasy di Lexi Ryan, seguito dal secondo volume “Destini incrociati“. Entrambi sono arrivati in Italia nel 2023 grazie a Mondadori e fanno parte della collana Fantastica.

Abrielle, o semplicemente “Brie“, è il primo personaggio che troviamo in questo libro. In seguito alla scomparsa di sua madre si è ritrovata a dover stringere un patto con sua zia, che terrà al “sicuro” lei e sua sorella in cambio di servigi domestici e pagamenti mensili davvero troppo alti per le due ragazzine.

Anche se Brie delle volte si ritrova a dover rubare per ripagare il debito, da anni la cosa si porta avanti e la sua speranza è quella di ripagare completamente l’accordo stretto, così da poter garantire la libertà sia a sé stessa che a sua sorella.

Nonostante gli ultimi tempi duri, c’è il giovane apprendista mago Sebastian a migliorare un po’ le sue giornate.
Però, in seguito ad un mancato pagamento, la malvagia zia rapisce sua sorella Jas e la vende ai Fae.
Da questo punto in poi, Brie farà di tutto pur di liberare sua sorella e di riaverla con sé e così, all’ultimo secondo e inseguita dai vigilanti che l’hanno intercettata durante una rapina, vola alla corte dei Fae in cui si terrà un gran ballo in cui il principe del Regno sceglierà la sua prossima sposa umana.

Fin dai primi capitoli mi è stato super evidente che si trattasse di un retelling della storia di Cenerentola: una ragazza ridotta in schiavitù, le cugine cattive, la zia-matrigna malvagia e un ballo fatato per rimettere a posto le cose. Peccato che molto più spesso di quanto mi aspettassi la storia fosse davvero più triste dell’originale.

Arrivata alla Corte dei Fae la protagonista incontra da subito un personaggio alquanto bizzarro, istantaneamente identificato come fata madrina, che l’aiuterà durante tutto il romanzo.

In seguito l’incontro con un Re Oscuro, che detiene sua sorella, porterà la protagonista a stringere un patto con lui: rubare degli oggetti dal palazzo della Regina in cambio della libertà di Jas.

Penso che l’autrice sia riuscita a mettere su proprio una bella trama, e infatti subito dopo comparirà un personaggio già molto conosciuto da Brie, diverso da come lo conosceva ma che potrebbe aiutarla a sistemare le cose.

Ho apprezzato molto il richiamo alla storia di Cenerentola, anche se man mano il filo di questa narrazione si perde la storia prende, giustamente, la sua strada.

Per me si è trattata di una lettura non priva di colpi di scena e, anche se alcune cose me le aspettavo, sono rimasta sorpresa dall’evoluzione di alcuni eventi.

Purtroppo però ho notato che la protagonista rispetto ai primi capitoli perde un po’ di carattere, e risulta meno forte e caparbia dell’inizio rispetto alla fine.


Ho letto questo romanzo in pochi giorni, dopo essermi ripresa dagli esami, e posso dire che come lettura non mi ha stancata affatto!

Il finale è stato un po’ tragico, con degli eventi che purtroppo mi aspettavo ma a cui l’autrice ha saputo rendere onore con la sua penna. Ora non resta che andare avanti con il secondo libro per scoprire come si concluderà la storia di Brie!

Piccolissima nota doverosa sull’edizione italiana: purtroppo i verbi non sono il forte di questa traduzione. Posso comprendere che anche i traduttori e i correttori siano umani e qualche errore ci può anche stare, ma quando sono così tanti si tratta proprio di noncuranza. Se non sopportate i congiuntivi sbagliati vi sconsiglio questa edizione come la peste, che insieme a dei termini volutamente lasciati in inglese (tipo “privacy”, che per me poteva benissimo essere sostituito con altro visto il contesto) spezzano un po’ la continuità della lettura e la magia che si crea nel momento.

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Recensione “Hell Bent : Portale per l’inferno” di Leigh Bardugo| Alex Stern Trilogy| Mondadori

“C’è un solo peccato che può trasformare un uomo in demone” disse Michelle “L’omicidio”

Hell Bent



Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno.
Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro.

Ma Galaxy “Alex” Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale.

Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l’assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il “gentiluomo della Lethe”.

Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all’opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l’oscurità insita nelle mura dell’università.

Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.

Hell Bent: portale per l’inferno” è il secondo romanzo della Alex Stern Trilogy di Leigh Bardugo, che segue “La Nona Casa” uscito nel 2019.

Ho scoperto l’autrice tramite la prima trilogia del Grishaverse, e già dal primo libro me ne sono innamorata. Quando ho saputo della nuovissima uscita qui in Italia ne ho approfittato per fare una full immersion con il primo libro, e infatti nelle ultime settimane ho letto poco altro oltre alla Bardugo.

Personalmente la adoro, non solo per le storie che è stata in grado di creare, ma anche per lo stile che riesce a farmi sentire “a casa“. I suoi libri riescono a farmi ritrovare il piacere della lettura anche in periodi pieni o in cui il desiderio di leggere è scarso e credo che ormai di poterla definire fra i miei comfort author.

Però prima ho qualche disclaimer per chi, come me, arriva alla trilogia di Alex Stern dopo il Grishaverse.
“La Nona Casa” e “Hell Bent” sono due romanzi MOLTO diversi dal Grishaverse.
Innanzitutto cambia il target, infatti questa trilogia è rivolta ad un pubblico un po’ più adulto (si tratta di un new adult, e non uno young adult come il Grishaverse) e di conseguenza cambiano temi e soggetti.
In secondo luogo vi ricordo che non si tratta di un dark fantasy ma di soprannaturale o al massimo science fantasy, che è molto diverso! Purtroppo su questo c’è molta confusione, data da dettagli che traggono in inganno.

Come è successo per il primo libro, anche in “Hell Bent” i primi capitoli iniziali sono stati un po’ lenti. Io ho letto entrambi i libri di seguito e quindi forse questo mi ha pesato un po’ di più, ma per chi aspettava questo secondo libro dal 2019 lo affronterà di sicuro come una passeggiata.

Il libro inizia con il ritorno a Yale degli studenti e il nuovo anno accademico, quindi aspettatevi un continuo brusio di amicizie ritrovate, nostalgia per l’estate, cambi di residenze studentesche e quel profumo dell’autunno che sta per arrivare e delle lezioni che stanno per ricominciare.
Penso si sia capito che l’ambientazione accademica, e poi proprio a Yale, mi è piaciuta tantissimo.

Diciamo pure che è tutta colpa di Rory Gilmore se mi sembrava di essere nei corridoi e nelle aule di Yale. Ormai conosco questo posto come le mie tasche.

Dopo questo inizio Alex Stern ha un solo obbiettivo: riportare Darlington fuori dall’inferno. I veri problemi però iniziano quando si rende conto che i piani alti della Lethe non hanno intenzione di aiutarla, e quindi lei e la Dawes dovranno sbrigarsela da sole.

La situazione però comincia a precipitare ancora di più quando degli importanti membri dell’università di Yale e della società di New Haven iniziano a morire inspiegabilmente. Non sembra trattarsi di omicidi, ma c’è di sicuro qualcosa che non va.

E da qui ripartono misteri, riti e magia.
Quanto sarà pericoloso, ancora una volta, mettersi contro i pezzi grossi e le otto case dell’occulto?

In questo secondo libro emerge più forte che mai il ritorno del passato, e anche se Alex spera di aver chiuso quella porta sa già che ritornerà a tormentarla più forte di prima.

Ma la nostra protagonista (ormai una dei miei preferiti) non ha intenzione di lasciarsi trasportare dalla corrente e farà del suo meglio per restare aggrappata anche al più piccolo spiraglio che le resta. Tutto per non dover ritornare alla sua vita precedente.

Se la parte dedicata all’occulto e alla magia nel primo libro mi aveva affascinata, in questo secondo ho avuto pane per i miei denti!
Indovinelli, arcani e misteri da risolvere: ecco ciò che serve per una lettura da cinque stelle!

La Bardugo ha mosso con maestria tutti i fili narrativi che erano in ballo, riuscendo a creare una storia che non lascia due minuti di noia. Ora però ho bisogno del terzo libro e spero di non dover aspettare troppo, anche perché mi è capitato sentir parlare di un nuovo romance che è in scrittura al momento e che, spero, non tolga troppo spazio a questa trilogia!

Ma dato che sono previste anche le uscite di alcune novelle collegate alla trilogia, ovviamente ci accontentiamo anche se la Bardugo ne farà uscire qualcuna a breve.
Io aspetto!

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“Pensi davvero che l’inferno sia un gross buco da qualche parte sotto le linee fognarie? Che basti scavare abbastanza infondo per arrivarci?”

Hell Bent

Recensione “L’ascesa del drago” di George R.R. Martin | Mondadori

Fuoco e sangue, il motto di Casa Targaryen, è un sigillo di potere, e una terribile condanna. Cavalcare i draghi conferisce una forza travolgente, che tuttavia può divorare se stessa.

Questa storia visiva, con oltre 150 nuove illustrazioni a colori, è un’introduzione a Casa Targaryen, l’iconica famiglia al centro della serie prequel di Game of Thrones, House of the Dragon.

Ripercorrendo le vicende contenute nel volume Fuoco e sangue, George R.R. Martin narra l’ascesa del dominio Targaryen: dalla sanguinosa conquista di Westeros a opera di Aegon I e delle sue sorelle ai matrimoni incestuosi e ai contrasti con il Credo o le casate nobiliari; dai fasti di Jaehaerys e Alysanne alla sadica ferocia di Maegor il Crudele.

Pestilenze, complotti, nozze, razzie, tornei e banchetti si alternano con ritmo incalzante, accompagnando il lettore nei costumi di Westeros.

Il tutto converge inesorabile verso la Danza dei Draghi, lo spaventoso scontro fratricida all’interno della stessa famiglia reale per la successione al trono, nel quale draghi danzeranno in cielo, lottando contro altri draghi..

“L’ascesa del drago” è arrivato in Italia di recente, pubblicato a novembre 2022 da Mondadori nella collana Fantastica.

Si tratta di un volume illustrato che narra del dominio di Casa Targaryen, sulla stessa linea del volume da collezione “Il mondo del ghiaccio e del fuoco. La storia ufficiale di Westeros e del Trono di spade”.

In questo volume è contenuta la storia della dinastia Targaryen, ma purtroppo non completa perché troppo lunga per un solo volume. Con precisione, il libro inizia con la Conquista di Aegon e termina con la reggenza di Aegon III Flaggello dei Draghi.

Da diverso tempo ho concluso il secondo volume della serie principale,“Uno scontro di Re”, e avevo proprio bisogno di immergermi nuovamente nel fantastico mondo creato dall’autore.

Da un po’ di tempo ho in libreria anche “Fuoco e Sangue” altro romanzo di Martin che ripercorre la storia dei Targaryen.
Non l’ho ancora letto, ma per chi lo avesse già fatto posso assicurarvi che “L’ascesa del drago” è un libro uguale ma allo stesso tempo totalmente diverso.

Non è romanzato, ma narra le stesse vicende di “Fuoco e Sangue” come un vero e proprio libro di storia. Dunque aspettatevi mappe, punti di vista sulle varie regioni, narrazioni di battaglie ed eventi importanti per la storia dei Sette Regni.

Una buona parte del libro poi è occupata dalle illustrazioni, che sinceramente ho trovato davvero meravigliose. Ad occuparsene sono stati gli stessi illustratori che hanno lavorato con l’autore per “Storia di Westeros” e “Le Terre del Ghiaccio e del Fuoco” e questa volta non hanno davvero deluso le aspettative.

L’estetica di questo libro è davvero meravigliosa e non c’è stata illustrazione che non mi abbia lasciato a bocca aperta. Ad ognuna è obbligatorio dedicare almeno qualche minuto di tempo perché sono da ammirare interamente e con calma.

In seguito al successo riscosso da “House of Dragon” si è deciso di pubblicare questo libro, secondo me immancabile nella libreria dei collezionisti di volumi del Trono di Spade.


Per chi ha scoperto i libri tramite la serie tv, consiglierei di iniziare dalla serie principale, e quindi da “Un gioco di troni”, oppure direttamente da “Fuoco e Sangue” se si vuole leggere solamente la storia della dinastia Targaryen.

In totale questo volume conta circa 360 pagine, ma volano via in fretta proprio perché molti spazi sono dedicati alle illustrazioni o a scritte particolari.

Anche se alla lettura potrebbe sembrare pesante perché proprio un libro che narra un pezzo di storia importante dei Sette Regni, io l’ho trovato molto piacevole e soprattutto molto interessante.

Non si tratta di un volume fondamentale per chi vuole iniziare (o continuare) la serie di partenza, ma di sicuro è un bellissimo gioiellino da avere se la si è amata.

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Recensione “Truif3” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series| Oscar Vault

Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti.

E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve.

Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.

Truelif3” è il terzo volume della Lifel1k3 Series di Jay Kristoff. Questa trilogia è arrivata in Italia nelle ultime settimane grazie ad Oscar Vault che ha fatto di Kristoff uno dei suoi autori di punta.

LEGGI LA RECENSIONE DEL PRIMO LIBRO CLICCANDO QUI

LEGGI LA RECENSIONE DEL SECONDO LIBRO CLICCANDO QUI

Il secondo volume si era concluso con un colpo di scena per me inaspettato, e subito mi sono lanciata sul terzo per sapere come la storia sarebbe andata a finire.

Devo dire che non me lo aspettavo, ma Kristoff si è mantenuto costante e coerente nello stile per tutti e tre i libri.

Anche in questo ultimo volume gli avvenimenti seguono un ritmo martellante e non sono mancati colpi di scena e risvolti a sorpresa.

Difficile non fare spoiler, ma devo aggiungere che l’evoluzione dei personaggi fra un libro e l’altro si è notata moltissimo.
È stato stupendo scoprire man mano qualcosa in più sulla loro identità e alcuni dettagli non li avrei mai immaginati.

La seconda metà di questo romanzo è letteralmente volata, l’ho buttata giù in pochissimo, nonostante gli impegni, perché mi sentivo super coinvolta.

La struttura degli eventi in questo caso è stata davvero spettacolare, di sicuro Jay Kristoff ha soddisfatto le mie aspettative.

Pur trattandosi dei primi libri che ho letto di questo autore ne sono molto incuriosita e probabilmente nei prossimi mesi vedrò di recuperare la trilogia di “Nevernight” che mi ispira davvero tanto!

Se siete amanti del genere sci-fi questa è una trilogia che dovete assolutamente recuperare e di cui sono certa non vi pentirete!

Ancora una volta grazie alla casa editrice e alle ragazze che hanno partecipato con me a questa lettura in anteprima!



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Recensione “Deviat4” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series|Oscar Vault

“Riconobbe io bruciore familiare dell’impotenza dentro il petto, come un vecchio ospite indesiderato.”

Lifel1k3 Series




È l’alba della battaglia decisiva tra le rovine della città di Babel. Eve e Lemon sono state amiche per la pelle, ma in questa lotta si trovano l’una contro l’altra. Eve è divisa tra i ricordi della propria vita umana, che ancora conserva, e la scoperta di essere un’androide. Insieme alle sue “sorelle” e ai suoi “fratelli”, ora deve trovare la vera Ana Monrova, il cui DNA è fondamentale per creare un esercito di sembianti. Nel frattempo per Lemon è giunto il tempo di fare i conti con un potere che ha troppo a lungo rifiutato, e che qualcuno vuole usare come arma. La svolta per lei è l’incontro con un ragazzo, Grimm, che le propone di portarla fuori da quella terra devastata e piena di orrori, verso un’enclave abitata da altri devianti come lei. Lì, finalmente Lemon scoprirà un senso di appartenenza, e forse anche l’amore. Ma non tutto è come appare: tra amici e nemici, buoni e cattivi che si scambiano continuamente di ruolo, anche Lemon si unirà alla ricerca di Ana Monrova, e dovrà trovarla prima che ci riesca la sua vecchia amica.

“Deviat4” è il secondo romanzo della trilogia Lifel1k3 Series dell’autore australiano Jay Kristoff, arrivato nuovamente in Italia con questa freschissima uscita.

Il primo libro mi ha incuriosita tantissimo e mi è anche piaciuto molto. Le ultime pagine mi avevano lasciata davvero interdetta, anche perché nelle poche righe prima della conclusione l’autore aveva lanciato diverse bombe a sconvolgere tutto.

Sul punto di vista temporale della storia, il secondo libro si riallaccia subito dopo la fine del primo. Su questo punto non ci sono stati problemi, anche perché spesso soffro il passaggio da un libro all’altro delle saghe (soprattutto quando fatti male).

Questa volta il fulcro della storia cambia un po’ i protagonisti, e sono stata davvero contenta di poter approfondire la conoscenza di quelli già presenti e di scoprirne dei nuovi.

Come secondo libro è stato anche questa volta carico di eventi, ma rispetto al primo l’ho trovato un po’ meno pesante e molto più scorrevole. In pochissimi giorni le pagine sono volate!

La storia ha preso dei risvolti davvero interessanti e i colpi di scena non sono mancati! Non vedo l’ora di lanciarmi sull’ultimo volume per scoprire come questa trilogia si concluderà!

Recensione “Lifel1k3” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series| Oscar Vault | Mondadori

“Nonno diceva sempre che era sempre meglio ricevere un proiettile per chi eri che essere abbracciato per chi non eri. Tanto prima o poi nelle Scorie qualcuno ti avrebbe sparato comunque.”

Lifel1k3, Jay Kristoff

Eve ha diciassette anni, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un segreto da custodire. No, grazie, è già abbastanza impegnata a guardarsi le spalle e a districarsi tra mille problemi. Problema numero uno: il robot gladiatore che ha passato mesi a costruire è stato ridotto a un relitto fumante. Problema numero due: ha perso con gli allibratori i pochi crediti che aveva, l’unico mezzo per comprare le medicine indispensabili a Nonno. Problema numero tre: un gruppo di fanatici puritani la vuole uccidere e… che altro? Ah, sì, ha appena scoperto che può distruggere le macchine con il potere della mente.

Forse ha vissuto momenti peggiori, ma non riesce proprio a ricordarseli.

Quando però scopre la carcassa di un ragazzo androide di nome Ezekiel, nell’ammasso di rottami che chiama casa, tutto cambia; si mette in viaggio per salvare chi ama insieme a lui, alla sua amica Lemon e al suo compagno robotico Cricket: attraverseranno deserti di vetro nero, combatteranno contro cyborg assassini, esploreranno megalopoli abbandonate, fino a scoprire i segreti sepolti nel suo passato… anche se ci sono segreti che è meglio non portare alla luce.

“Questi bifolchi volevano crocifiggerla? Metterle la parola fine? Bè, avrebbe fatto assaggiare loro una fine come non l’avevano mai vista.”

Lifel1k3, Jay Kristoff



La trilogia “Lifel1k3” di Jay Kristoff è stata pubblicata qui in Italia di recente, e già dal suo primo annuncio ha messo parecchio hype ai lettori (nuovi e vecchi) che aspettavano quest’uscita.

La trilogia è composta in ordine dai volumi : Lifel1k3, Dev1at4 e Truelif3. Tutti pubblicati nella collana Oscar Fantastica il 25 ottobre 2022.

Fra i lettori che hanno apprezzato le sue pubblicazioni precedenti e coloro che invece lo hanno scoperto grazie al fenomeno del booktok, Kristoff è ormai diventato uno degli autori di punta per Oscar Vault e portare anche in Italia la Lifel1k3 Series è stata un’ottima scelta!

Pur essendo incuriosita tantissimo da questo autore, fino a questa pubblicazione non ero ancora riuscita a leggere qualcosa di suo. Ero intenzionata a partire dalla trilogia di “Nevernight” o da “Illumnae” (gioiellino trovato al Libraccio durante il SalTo 2022!) ma a quanto pare il fato ha voluto diversamente!

E fra le altre pubblicazioni di Kristoff tradotte in italiano vi ricordo che trovate anche la trilogia di “Aurora Rising“!

Dunque dunque, da dove iniziare per parlare di questo primo libro?

Proprio perché non avevo mai letto niente di suo prima, non avevo idea di cosa aspettarmi. Non so se il worldbuilding sia condiviso o solo simile ad altre sue opere sci-fi, ma ammetto che nei primi capitoli ho fatto un po’ fatica a comprenderlo.

Penso che l’autore abbia avuto delle idee eccezionali, ma avrei preferito che alcuni dettagli fossero spiegati meglio e non lasciarti al caso.

L’ambientazione è in un (probabilissimo) mondo futuro in cui il pianeta è perlopiù distrutto, ma abitato da esseri umani che convivono con quelli che noi chiamiamo robot o androidi (anche se nel libro hanno nomi alquanto diversi).

In un mondo del genere la vita è difficile e anche uscire di casa espone gli esseri viventi a grossi rischi per la propria salute.

Fa poi da cornice una situazione sociale presentata diversamente da come si può immaginare: dominano le grandi aziende tecnologiche costantemente in lotta per conquistare quel poco di mondo che rimane.

La storia prende il via subito, non c’è una vera e propria “entrata” per il lettore e dalle prime righe ci ritroviamo nella vita di Eve, che nonostante le difficoltà sembra vivere nella norma rispetto al contesto.

Già dopo i primi capitoli c’è un boom di azione assurdo e lì iniziano le prime grane per i protagonisti.

Scontri, lotte e sorprese si presentano l’una dopo l’altra e devo ammettere che si è trattata di una lettura davvero bella carica!

Non la definirei pesante, ma proprio per questo concentrato d’azione le pagine non sembravano finire mai!

Il primo romanzo conta circa 400 pagine, ed è più o meno la lunghezza media delle mie letture, ma devo ammettere che già verso la metà mi sembrava di aver scalato una montagna tanti erano gli avvenimenti descritti.

La parte finale invece è volata via, di certo ci sono stati meno colpi di scena grossi ma la lettura è stata allo stesso modo interessante e l’ho letta molto più velocemente della prima metà.

Il finale mi ha lasciata a bocca aperta, lo stile dell’autore mi è piaciuto tantissimo (come tutto il mondo che è riuscito a costruire) e per fortuna ho già fra le mani il secondo volume, così posso lanciarmi subito alla lettura!

“La persona che pensavo di essere stata, i ricordi su cui avevo costruito me stessa erano solo stronzate. Perciò chi diavolo sono adesso, Lem?”

Lifel1k3, Jay Kristoff

A breve quindi arriverà anche la recensione del secondo libro! Prima di lasciarti andare via ti ricordo che infondo alla pagina troverai una casella dedicata alla newsletter, iscriviti per non perdere i prossimi articoli!

Recensione “I nostri cuori perduti” di Celeste Ng| Mondadori

“Ognuno può scegliere, Noah, se ripete gli stessi errori di chi l’ha preceduto, o se prendere una strada diversa. Una strada migliore.”

“I nostri cuori perduti”

Bird è un ragazzino di dodici anni che vive a Cambridge, Massachusetts, con suo padre, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. Sua madre, Margaret, una poetessa di origini cinesi, li ha abbandonati quando lui aveva solo nove anni in circostanze misteriose, dopo che una sua poesia è diventata il manifesto dei dissidenti contro le leggi in vigore. Leggi autoritarie, volte a preservare “la cultura e le tradizioni americane”, a bandire i libri o le forme d’arte non allineati, e a “ricollocare” i figli dei soggetti sovversivi. In questo clima di paura, Bird sa che non deve fare domande; è cresciuto rinnegando sua madre e le sue poesie, ma quando riceve una lettera al cui interno c’è un foglio cosparso di minuscoli gatti disegnati, capisce che si tratta proprio di un suo messaggio in codice. Inizia così l’affannosa ricerca per ritrovarla. Partendo dalle storie che lei gli raccontava da piccolo, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, Bird approda a New York, dove un estremo atto rivoluzionario può cambiare il futuro per sempre.


“I nostri cuori perduti” è un romanzo di Celeste Ng, portato in Italia da Mondadori e pubblicato di recente, proprio il 12 ottobre 2022.

Ho avuto occasione di leggere questo libro grazie ad un review party organizzato dalla mia carissima Silvia (su IG la trovate come @_acourtofshadowbooks_ ) che ringrazio per avermi inclusa anche in questo evento!

Ambientato in una realtà distopica, questo libro non è stata per me una lettura facile da affrontare.

Non fraintendetemi! Mi è piaciuto molto, la penna dell’autrice è super scorrevole e invoglia tantissimo a continuare, la storia è molto interessante e non vi ho trovato nessun difetto fastidioso.

Cosa mi ha spezzata quindi?
Le tematiche trattate.

All’inizio non lo avrei mai detto, perché non avevo ben capito a quale lettura stavo andando incontro, ma…

Immaginate di vivere in una realtà in cui l’essere diversi non è accettato?

Questa lettura mi ha trasmesso proprio la sensazione del sentirsi in gabbia. È stato qualcosa di terribile e incredibile.

Durante la lettura, come è facile immaginare, sono trattati temi importantissimi (oggi più che mai) come il razzismo

Come vi sentirete in una realtà in cui la società è creata “a stampino” e per ogni minima devianza potreste trovarvi la polizia alle calcagna?

Nella società in cui il protagonista vive, tutto è controllato dalla PACT, e chi non rispetta le regole del regime viene cacciato dalla società o fatto fuori. Ogni comportamento ritenuto “sbagliato” viene immediatamente soppresso, la libera espressione è inesistente.

Ma come un ogni situazione restrittiva c’è sempre chi prova a ribellarsi e il motto delle persone contrarie alla PACT è proprio “Ridateci i nostri cuori perduti”.

Ma cosa sono questi “cuori perduti”?

Ci ho pensato lungo tutta la lettura, e dopo aver concluso sono arrivata alla mia conclusione.

I cuori perduti sono le persone innocenti che non hanno mai smesso di credere.
Credere in cosa?

In un mondo migliore, in un mondo in cui sentirsi liberi e non minacciati costantemente. In un mondo senza un regime che forma i suoi cittadini con uno “stampino” uguale per tutti.

Mi ha spezzato il cuore quando poi si è parlato dei bambini ricollocati dalla PACT.
Come si può accettare che creature di tale innocenza diventino vittime di un sistema?

In questo libro, tutti i figli dei “ribelli” o delle persone non ritenute adatte ad essere genitori o a crescere figli secondo gli standard del sistema vengono strappati alle loro famiglie e diventano automaticamente proprietà del regime, che liberamente li sposta da una famiglia all’altra finché non smettono di essere potenziali problemi.

In sintesi, una lettura che fa riflettere che non si dovrebbe affrontare a cuor leggero. Se deciderete di intraprendere questa lettura, fatelo al momento giusto perché dovete assolutamente cercare di capirla fino in fondo.

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Recensione “Hide” di Kiersten White | Mondadori | Il libro ispirato a Squid Game

“Alle generazioni più giovani: vi abbiamo chiesto di salvarci, ma questo compito non dovrebbe spettare a voi. Scusateci”

La sfida: trascorrere un’intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo).

Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita.

Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita –, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro.

Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta. Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze…

“Mack non è mai stata perfetta in vita sua. La parola “perfetta” le risulta aliena, rigida, scomoda. Ma forse si tratta di un lavoro. Con qualche soldo per rendersi presentabile avrà una vera possibilità. Basta che nessuno ficchi il naso dove non deve. Basta che nessuno la osservi troppo da vicino. In quel caso potrebbe farcela.

Hide” è un romanzo di Kiersten White pubblicato a maggio del 2022 e portato qui in Italia da Mondadori. Si tratta proprio di un’uscita freschissima di pochi giorni e che aspettavo con ansia, per cui ringrazio in anticipo la mia cara amica Silvia (che trovate su IG cliccando qui → @_acourtofshadowbook_ ←) per avermi coinvolta in questo emozionante review party!

La didascalia del libro originale recita “The book you need after Squid Game” e anche se non ho visto questa serie (sarò probabilmente una dei pochi!) devo dire che non mi ha trasmesso molto le vibes dei trailer o di scene varie viste online. Si dovrebbe dunque trattare di un libro ispirato alla serie, anche se non ho proprio le idee chiare su questa cosa!

Quattordici partecipanti, che non sembrano avere proprio nulla in comune, si ritrovano invitati ad un reality in cui dovranno giocare a nascondino per vincere una somma di denaro con così tanti zeri da poter cambiare le loro vite.

“Nel 1974, durante la settimana aperta a tutti, un importante uomo d’affari che viveva nel Nord dello stato decise di visitare il parco. Portò con sé la moglie e i due figli, cogliendo l’occasione per una breve vacanza. La bambina di cinque anni svanì nel nulla. Uno dei lavoratori stagionali, un forestiero, fu arrestato per omicidio, ma la pubblicità negativa macchiò per sempre la reputazione del parco, che finì per chiudere i battenti

Non si tratta di un libro molto lungo, conta infatti poco più di duecento pagine e per i miei standard lo considero un libro breve. Nonostante ciò però mi ha preso davvero tanto e l’ho divorato in pochissimo tempo.

È stato interessante ed emozionante scoprire i retroscena dei vari personaggi, conoscere le loro vite e venire a contatto con i loro traumi, le loro idee per il futuro e soprattutto le loro speranze.
Proprio riguardo ai personaggi l’autrice è riuscita a farmi capire che non tutto ciò che sembra perfetto lo è, delle volte è solo pura apparenza e al contrario, che anche in una vita disastrosa si può scorgere uno spiraglio di speranza.

Già dall’inizio intuivo che c’era qualcosa di più sotto, e pagina dopo pagina lo stile dell’autrice mi ha messo sempre più curiosità. Il mistero si infittiva e già dalla metà avevo dei sospetti che poi si sono rivelati fondati.

È stata una lettura davvero stupenda, mi sono sentita totalmente coinvolta e sono riuscita ad emozionarmi più volte.
I momenti di climax e tensione sono scritti in modo perfetto, quindi se deciderete di leggere questo libro tenetevi pronti a restare con il fiato sospeso più volte.

Sia i personaggi che le ambientazioni per me sono state ultra realistiche, e l’idea di un parco abbandonato in cui giocare a nascondino mi ha lasciato addosso curiosità e inquietudine insieme.

Mi sono piaciuti tanto anche i numerosi POV della narrazione, in questo modo ogni personaggio ha avuto modo di farsi conoscere e ciò ha dato una sorta di completezza a tutta la storia.

Per concludere, è una lettura che consiglio decisamente! Ho notato che online ci sono un po’ di dispute sul genere a cui questo romanzo appartiene, ma se volete godervi una bella lettura che saprà tenervi con il fiato sospeso, questo libro fa proprio per voi!

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Recensione “Manuale per signorine in cerca di un marito (ricco)” di Sophie Irwin| Mondadori

“Era essenziale riuscire ad ingraziarsi tutte le dame presenti. Anche se Londra poteva apparire come un mondo maschile, erano queste donne a reggerne le sorti -erano loro a decidere gli inviti, spargere pettegolezzi e impartire giudizi che avrebbero potuto segnare il suo trionfo o la sua rovina.”



Kitty Talbot ha bisogno di una fortuna. O meglio, ha bisogno di un marito che possieda una fortuna. È il 1818, dopotutto, e solo gli uomini hanno il privilegio di poter accumulare ricchezze. Abbandonata dal fidanzato tre mesi prima del matrimonio, senza soldi per pagare i debiti di gioco di suo padre, è destinata, con le sue quattro sorelle, a una rovina sicura. Ma Kitty non si è mai tirata indietro di fronte alle sfide e decide di affrontare il campo di battaglia più pericoloso di tutti: la Stagione londinese, il periodo dell’anno in cui avviene il debutto in società. Sa bene che il rischio fa parte del gioco ed è assolutamente risoluta a trovare uno scapolo ricco per salvare la famiglia Talbot dalla miseria. Ha solo dodici settimane di tempo e deve usare ogni grammo di astuzia e ingegno che possiede. L’unica cosa che non prevede è Lord Radcliffe. Da vero uomo di mondo, Radcliffe vede Kitty per la cacciatrice di fortune che è in realtà, ed è determinato a mandare all’aria i suoi piani a tutti i costi. Ma il destino ha altri progetti.

“Non c’è nemmeno un giorno da perdere. La stagione sta per iniziare!”




“Manuale per signorine in cerca di un marito (ricco)” è un romanzo di Sophie Irwin pubblicato nel giugno 2022 dalla casa editrice Mondadori.

Si tratta di un romanzo rosa, nello specifico un regency, che ho apprezzato davvero tanto. In questo periodo estivo in cui la voglia di leggere è stroncata dal caldo, è stato proprio il libro giusto per dare una sferzata alle letture. Dopo averlo concluso mi ha lasciato addosso una voglia matta di continuare a leggere libri di questo genere, avrei avuto piacere a continuare all’infinito e infatti credo che presto partirò alla ricerca di qualcosa di simile!

Mi sono ritrovata catapultata nel 1818, con una storia bella complessa già messa in tavola: debiti, un fidanzamento saltato e un viaggio con cui la protagonista spera di risolvere tutti i suoi problemi.

Destinazione? Londra!

Sarà che il periodo della reggenza inglese mi trasmette delle vibes che apprezzo molto, ma per me l’autrice è riuscita a descrivere tutto in modo sopraffino e a farmi completamente immergere nella storia.

“Con quanta facilità si scandalizza la gente di città. Credete dipenda dalla mancanza di aria fresca?”



La narrazione prende man mano delle pieghe molto interessanti e anche se i colpi di scena non sono esattamente da rimanere a bocca aperta, li ho trovati bene studiati e molto coerenti con la storia.

È stato difficile non riuscire a prendere in simpatia le protagoniste e non ritrovarsi a tifare per la loro causa. Kitty è un personaggio davvero molto interessante, forte e mai pronto ad abbattersi. Ho trovato molto emozionante il suo gesto di sacrificio per assicurare un futuro alle sue sorelle. Viene dipinta fin da subito come una ragazza pronta a prendere le redini e alcune parti in cui dimostra la sia fragilità sono state davvero emozionanti.
In più ha un’ironia fuori dal comune rispetto alle altre dame del libro, e ciò la rende ancora più divertente e di certo molto particolare.

Devo dire che avevo già immaginato la conclusione della storia da poco dopo la metà, ma osservare l’evoluzione della storia e dei personaggi è stato molto interessante.

Il tutto è accompagnato da una cornice di balli, cene, incontri con gentiluomini e gentildonne, piume e amori inaspettati che hanno reso questa storia perfetta.

Di sicuro è il libro giusto se volete qualcosa che profumi di novità, da considerare anche se non siete nella vostra comfort zone letteraria. Penso sia perfetto anche se avete apprezzato i libri (o la serie tv) “Bridgerton”, che dopo questa lettura sono ancora più convinta di voler recuperare.

Da questo romanzo aspettatevi tanto divertimento e romanticismo (ma non troppo da far venire mal di stomaco!).

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Per concludere ci tenevo a ringraziare ancora una volta la mia carissima amica Silvia ( @_acourtofshadowbooks) per aver organizzato questo review party e per avermi inclusa in un’altra magnifica avventura✨

Recensione “Questa Violenta Fine” di Chloe Gong| Mondadori

“Juliette aveva voluto essere egoista, aveva voluto fuggire. Ma il loro amore era fatto così: violento e sanguinoso. Quella città era il loro amore. Non potevano negare di essere stati cresciuti come gli eredi di Shanghai, due pezzi di uno stesso trono.”




Corre l’anno 1927 e Shanghai pare ormai sull’orlo della rivoluzione. Dopo aver fatto credere a Roma di aver commesso un crimine terribile pur di allontanarlo da sé e proteggerlo da una faida sanguinaria, Juliette si è lanciata in una nuova missione. Una mossa sbagliata, però, e metterà a rischio il suo ruolo al comando della Gang Scarlatta, dove già qualcuno è pronto a prendere il suo posto. Roma intanto non si dà pace: se lui non avesse permesso a Juliette di rientrare nella sua vita, niente di quel che è successo sarebbe accaduto. E, in preda alla disperazione e determinato a sistemare la situazione, arriva persino a maturare un’idea estrema. Quando però un nuovo mostruoso pericolo si manifesta in città, nonostante i tanti segreti che li separano, Juliette e Roma si ritrovano un’altra volta faccia a faccia. Shanghai, poi, è ormai sull’orlo del collasso: i nazionalisti stanno marciando sulla città, le voci di una guerra civile imminente si fanno sempre più insistenti e la leadership delle due gang rischia il totale annientamento. Roma e Juliette non hanno scelta: devono unire le loro forze se vogliono anche solo sperare di sconfiggere ciò che minaccia loro e la città. Ma i due ragazzi sono preparati a tutto tranne che al compito più difficile: proteggere i loro cuori l’uno dall’altra.

“Questa Violenta Fine” è il romanzo che segue “Queste Gioie Violente” dell’autrice Chloe Gong, pubblicato da pochissimo dalla casa editrice Mondadori.

>>PUOI LEGGERE LA RECENSIONE DI “QUESTE GIOIE VIOLENTE” CLICCANDO QUI<<

Dopo una conclusione che mi aveva lasciato moltissima curiosità addosso, ho proceduto subito con la lettura del secondo volume.

Come già detto nella prima recensione, si tratta di un retelling di Romeo e Giulietta, e vista la brevità dell’opera originale ero davvero curiosa di scoprire come l’autrice avrebbe continuato con il secondo romanzo.

Già dall’inizio la storia ha molto ritmo e proprio perché fra un libro e l’altro non ci sono stacchi evidenti, e per me non ci sono state altre letture, è stato come leggere una storia unica.

La narrazione continua con lo stesso identico stile del primo libro, anche in questo volume ho apprezzato gli approfondimenti storici riguardanti la Cina di quel periodo.

Gli eventi si sono dimostrati ancora più struggenti che nel primo libro, e ho trovato alcuni risvolti davvero molto interessanti. Non mi aspettavo alcuni colpi di scena!

Il mio apprezzamento per il personaggi di Juliette ha avuto sfogo anche in questo libro, ancora una volta si è dimostrata una vera combattente, ma devo dire di aver trovato molto avvincenti anche i fili narrativi di altri personaggi.

Ho apprezzato davvero tantissimo anche i risvolti LGBTQ+ che la storia percorre, immaginavo qualcosa alla conclusione del primo libro ma alcune cose non me le aspettavo davvero.

Trattandosi di un retelling di Romeo e Giulietta, il finale e molto prevedibile. Ma non per questo meno straziante. Alla conclusione di “Questa violenta fine” tenetevi pronti a versare tutte le vostre lacrime.

Scoprire questa dilogia è stato davvero entusiasmante, oltre che davvero tanto emozionante. È di sicuro una lettura consigliata se volete scoprire la storia di Romeo e Giulietta attraverso una rivoluzionaria chiave narrativa.

“Era una promessa che sembrava gigantesca. In quella vita erano nati nemici. In quella vita erano stati separati da chilometri di sangue, tanto lunghi da far scorrere un fiume, tanto profondi da scavare una valle. Nella successiva, forse avrebbero avuto la pace.”

Recensione “Queste Gioie Violente” di Chloe Gong | Mondadori

Lei era stata tradita e ora eccola lì, ancora a vacillare quattro anni dopo. A covare quel nodo pulsante di odio che le ardeva nello stomaco e che era diventato ancora più cocente nel corso del tempo in cui era stata privata di un confronto, di una spiegazione, eppure
non aveva il coraggio di affondare il coltello nel petto di Roma, di cercare vendetta nell’unico modo che
conosceva.

Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos.

Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città.

A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette… ma anche il primo ad averla tradita.

Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare.

Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio.

Mi distruggi e poi mi baci. Mi dai un motivo per odiarti e poi me ne dai uno per arti. È menzogna o verità? È strategia o è il tuo cuore che cerca di raggiungermi?

“Queste gioie violente” è un romanzo di Chloe Gong portato in Italia da pochissimo dalla casa editrice Mondadori.
Si tratta di un retelling in stile orientale della celebre opera di Shakespeare, “Romeo e Giulietta”, e seguito da “Questa violenta fine”.

Ambientato nella sfolgorante Shanghai degli anni ’20, la lotta fra le due gang, Fiori Bianchi e Scarlatti, viene sconvolta da misteriose morti e da un mostro ben nascosto sempre pronto ad a cogliere di sorpresa le sue vittime.
Toccherà agli eredi delle due fazioni, Roma e Juliette, rimboccarsi le maniche e farsi avanti in questa situazione. Riusciranno a mettere da parte i vecchi rancori per salvare la loro città?

Assassina. Violenta. Spietata. Tutto questo e anche di più… Ecco cos’era diventata adesso. E lui la rimpiangeva. Non avrebbe voluto, eppure era cosi:
gli faceva male sapere che la delicatezza della loro giovinezza era svanita per sempre, che la Juliette che ricordava era ormai morta da tempo. E gli faceva
ancora più male pensare che, sebbene fosse stato lui a sferrare il colpo letale, aveva continuato a sognarla
per tutti quei quattro anni, quella Juliette la cui risata un tempo riecheggiava sul lungofiume. Era una
persecuzione. L’aveva seppellita come un cadavere sotto le assi del pavimento, accontentandosi di vivere con
i fantasmi che gli sussurravano all’orecchio nel sonno.
Rivederla era stato come scoprire che il cadavere sotto le assi non solo era resuscitato, ma gli stava
anche puntando una pistola alla testa.

La cosa che mi ha stupita di più di questo primo romanzo è l’ambientazione, non ci sono molti romanzi come questo e scritti così bene, andando avanti nella lettura sono riuscita ad entrare nella storia sempre meglio.
L’atmosfera che questo libro trasmette è davvero pazzesca, penso che l’autrice sia riuscita a coglierne in pieno l’essenza e ho molto apprezzato la fedeltà storica che persiste per tutta la narrazione.

Ho trovato molto interessante anche il modo in cui l’autrice ha cercato di trattare e approfondire il tema della malavita cinese e di tutto ciò che vi circolava intorno.
Non è un argomento presente spesso in storie del genere, e questo ha dato una marcia in più a questo straordinario romanzo.

Per quanto invece riguarda il lato retelling, sono davvero soddisfatta di questo libro! Anche se già tutti conosciamo la storia di Romeo e Giulietta, non mi sono affatto annoiata durante la letture e anzi, le sfumature sentimentali che l’autrice è riuscita a trasmettermi sono state pazzesche. Non mi capitava una lettura così da diverso tempo!

Nella parte della città che apparteneva ancora ai cinesi, la Gang non era solo al di sopra della legge: gli Scarlatti erano la legge.

Questo primo volume l’ho praticamente divorato, sia perché la storia è narrata in modo molto scorrevole, sia perché non sono proprio riuscita a staccarmi.
Ci sono stati diverse evoluzioni e colpi di scena che proprio non mi aspettavo e sono rimasta davvero a bocca aperta.

Anche i personaggi hanno una loro caratterizzazione, e si percepisce benissimo per ognuno di essi. Tutti emanano qualcosa di diverso, e anche se all’inizio non me lo sarei aspettato, uno dei personaggi che mi ha colpito di più è proprio Juliette, che si è dimostrata tostissima e sempre pronta a reagire in qualunque situazione.

“Paura” era un sentimento che pensava che suo padre non sapesse nemmeno più provare. La paura era fatta per gli uomini senza pistole.

Andando avanti fra un capitolo e l’altro mi sono anche accorta di vari intrecci e personaggi secondari che potrebbero avere interessanti risvolti nel libro a seguire. Lo inizierò molto presto e spero proprio di non rimanere delusa!

Penso che l’autrice sia riuscita a creare una storia molto interessante pur restando abbastanza fedele al periodo storico e alle atmosfere tese degli anni ’20 cinesi.
“Queste Gioie Violente” è un romanzo che non potete assolutamente perdervi se volete vedere la storia di un Romeo e una Giulietta diversa dal solito.

Dicono che Shanghai si erga come la figlia brutta di un imperatore, con le sue strade che si stendono come solo gli arti di una principessa rabbiosa potrebbero fare. Non è nata cosi. Un tempo era bellissima. La gente cantava di lei, esaminandone le linee del corpo e mormorando sottovoce, annuendo per poi decidere se fosse adatta ai bambini. Poi la città si è mutilata procurandosi un ghigno largo, enorme. Si è passata un coltello lungo la guancia e si è portata la lama al petto e adesso non si preoccupa più di trovare corteggiatori, ma solo di essere sfrenata, ebbra dell’invulnerabilità del potere ereditato, adatta solo a far profitti e banchetti, a danzare e a prostituirsi. Ora sarà anche brutta, ma è gloriosa.

Per finire voglio ringraziare ancora una volta la mia carissima amica Silvia (su IG la trovate come @_acourtofshadowbooks_) sia per aver aver organizzato questo review party che per avermi inclusa in questa nuova avventura.

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Un amore come il loro non sarebbe mai sopravvissuto in una città divisa dall’odio.

Recensione “Il Ciclo dei Demoni” di Peter V. Brett – Mondadori

Il sole sta tramontando sull’umanità. E la notte appartiene a voraci creature demoniache che vanno a caccia di esseri umani. Le leggende narrano di un liberatore, che un tempo era riuscito a unire il genere umano nella lotta, vittoriosa, contro i demoni. C’è qualcosa di vero in quella storia? Gli Uomini del Nord sostengono che il liberatore sia il mitico Uomo delle Rune…

“Il Ciclo dei Demoni” è composto una trilogia scritta da Peter V. Brett e pubblicata nuovamente da Mondadori per la collana Oscar Draghi nel 2021.  A questi tre libri seguiranno altri due volumi, che speriamo di veder pubblicati presto!

I tre che compongono questo Drago sono “L’uomo delle rune” (già pubblicata nel 2018 sempre dalla stessa casa editrice), “La lancia del deserto” e infine “La guerra alla fine del giorno”.

Si tratta di un bel mattoncino che conta in totale 1584 pagine, e per quanto io sia amante di questo genere, è stato abbastanza complesso portarle avanti per questo review party. Credo di aver già parlato altre volte del mio “problema” a leggere saghe/trilogie di seguito, ed è una cosa che odio perché mi sembra di leggere sempre la stessa cosa. Sicuramente mi sarei goduta di più la lettura se l’avessi sporzionata su un periodo più vasto.

Ma dopo questa breve introduzione, passiamo alle cose che mi sono piaciute!
Personalmente adoro il genere fantasy-medievale, per cui l’ambientazione di questo libro non poteva essere più azzeccata.

Nel primo libro ci viene presentata una realtà in cui ad ogni calar delle tenebre dei demoni fuoriescono dalle loro tane per uccidere ogni creatura vivente che trovano sulla loro strada. Specialmente, questi demoni adorano dare la caccia agli umani, che hanno come unico modo di difendersi delle rune magiche, poste su ogni luogo da loro abitato per fare da “barriera”.  

Già dai primi capitoli ci vengono presentati i personaggi principali: Arlen, Leesha e Rojer. Rispettivamente runiere, erborista e giullare.
Ma non lasciatevi ingannare dalle loro semplici vesti, ognuno di loro avrà un ruolo importantissimo nella storia e dimostrerà il suo vero valore.

Mi è piaciuto molto come in questi tre libri è stato approfondito l’aspetto dei demoni, chiamati coreling, nemici principali e punto focale di questa storia, e penso che l’autore abbia costruito in un modo epico tutto ciò che li riguarda. Pensate che sono addirittura differenziati fra loro in razze e specie, che mutano a seconda del posto che abitano e hanno diverse caratteristiche a seconda di questa divisione.

Devo aggiungere anche che sono rimasta molto affascinata da questa storia. Purtroppo cicli un po’ meno conosciuti come questo (ma potremo citarne davvero tantissimi) non nutrono di grande fama in Italia, e sono spesso accantonati per saghe più famose, di cui si fanno nuove edizioni su nuove edizioni quasi ogni anno, sia dai lettori che dagli editori, che lasciano in sospeso la pubblicazione dei volumi restanti (lasciando quindi i lettori, che invece hanno amato queste storie, in sospeso).

È stata una lettura lunga ma molto avvincente, tutto è costruito alla perfezione e durante la lettura mi sono sentita davvero coinvolta e in sintonia con ciò che accadeva.

Come punto bonus per questa edizione ci sono poi le meravigliose illustrazioni di Dominik Broniek. Le ho trovate davvero bellissime, perfettamente coinciliate con gli eventi e secondo me in un’edizione del genere ce ne sarebbe stata bene anche qualcuna in più.

Se siete alla ricerca di una storia diversa dal solito, questo è il libro giusto per voi!
Trama, ambientazione e tutti gli elementi che compongono questo romanzo non sono per nulla scontati. Nonostante abbia avuto un po’ di difficoltà a proseguire con costanza, non è mancato lo stupore e la curiosità crescente pagina dopo pagina.

Ma se siete preoccuparti per quanto riguarda la pubblicazione dei due romanzi che seguiranno, vi consiglio di aspettare un po’ di tempo per saperne qualcosa in più.
Si tratta di un acquisto non indifferente (35€ solo per la trilogia), e quindi se ci tenete ad avere edizioni uguali, consiglio di aspettare almeno una minima conferma.

Purtroppo la casa editrice è abbastanza famosa anche per le sue dimenticanze in fatto di pubblicazioni (e parlo da persona indignata che ha iniziato una saga composta da Oscar Draghi, e dopo aver acquistato il primo libro di cinque, al modico prezzo di copertina di 30€,  non se ne è saputo più nulla. Quindi solo attenzione se ci tenete!).

Con tristezza devo aggiungere anche che dal secondo libro in poi mi è sembrato che la traduzione fosse molto diversa. Ho avvertito uno stacco quasi incolmabile fra i due stili (oltre ad alcuni errori di formulazione delle frasi) per cui mi è dispiaciuto abbastanza.
Ho ipotizzato (ma sinceramente non mi sono messa a controllare) che del primo libro fosse stata ripresa la stessa traduzione della vecchia edizione, mentre per il secondo e terzo libro sia stata fatta da capo. Sinceramente penso che per quel che costa, avrebbero potuto (e dovuto, come forma di rispetto verso chi acquista) fare di meglio.

Inolte all’intero il testo è impaginato a colonne, cosa che rende sì la lettura più veloce, ma sinceramente non mi fa impazzire.

Poi dato che ci siamo, riguardo all’edizione cartacea (non ho questo Drago in particolare ma ne possiedo altri) ho scoperto che le pagine sono come sempre in carta velina. Sarà anche una delle carte più pregiate su cui stampare (e che quindi rendono questo libro da collezione) però anche per questa scelta non sono molto felice. Da lettrice che ama leggere in qualunque posto e in qualunque condizione, ho sempre timore di rovinare i libri.

Avevo pensato di prendere questo libro in edizione cartacea dato che mi è piaciuto molto, ma valuterò sicuramente se prenderlo tradotto o in lingua originale (calcolando che odio le edizioni mattone, il testo in colonna, la carta troppo sottile, che la traduzione non mi ha convinta del tutto, e poi ci sarà il secondo volume?).

Ora che ho detto tutto ciò che dovevo (ma quanto è difficile non fare spoiler?!) vi lascio ricordandovi che alla fine di questa pagina troverete una casella dedicata alla newsletter. Iscrivetevi per non perdere i prossimi contenuti!

Blog Tour “Il Filo Avvelenato” di L. Purcell-Il romanzo gotico fra mostri e società

Gran Bretagna, prima metà dell’Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L’incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell’innocenza.


Il romanzo gotico, di cui spesso abbiamo sentito parlare, nasce nella seconda metà del Settecento, in contrapposizione agli ideali equilibrati e temperati del neoclassicismo.

Questo genere prende piede soprattutto in Inghilterra, e tutt’oggi sono conosciuti i suoi maggiori esponenti, fra cui possiamo citare E.A. Poe, Mary Shelley, Ann Radcliffe e Bram Stoker.

Il romanzo gotico potrebbe essere definito come un antenato dell’horror odierno, e nei suoi primi esemplari vede contrapposta la figura del “puro” rappresentato dalla società, con tutto ciò che è irrazionale, violento e mostruoso.

“Il filo avvelenato”, di Laura Purcell, che ho letto per un evento organizzato in collaborazione con la casa editrice, è un romanzo di forte stampo gotico, che mi è piaciuto molto (anche se vi parlerò presto delle mie impressioni, non è ancora giunto il momento per la recensione”).

Per questo blog tour, il mio tema è dedicato al potere degli uomini nella società, che ho provato a trattare a mio modo.

Durante la lettura, ho avuto modo di conoscere tutte le sfaccettature degli uomini di questo romanzo, che vanno dal ricco vedovo in cerca di moglie fino ad un giovane commerciante.

Sorvolerò anche questa volta il mio parere e i dettagli su questi, in vista del review party (ho già pronto un papiro per tutto ciò che ho da dire a riguardo!), ma per la riuscita di questo blog tour credo sia essenziale fare un’analisi della società dell’epoca.

Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che questo romanzo ci catapulta fra la Prima e la Seconda Rivoluzione Industriale, che potremmo benissimo definire come un periodo di fermento e di cambiamento per la società inglese.

Le classi sociali erano come sempre divise in: nobiltà, borghesia e operaia. Fra tutte, una cosa che ho apprezzato di più è che nello svolgimento della storia, il lettore ha la possibilità di conoscere almeno un membro di ogni classe.

La vita dei nobili di quest’epoca era principalmente sostenuta dai ricavi ottenuti tramite i possedimenti terrieri.
I Lord tramandavano il titolo e i possedimenti al primogenito maschio.

Dato che, come ho già detto, la maggior parte dei sostentamenti economici provenivano dalle terre, era normalissimo che una famiglia nobile trascorresse molti mesi dell’anno nelle campagne per controllare la gestione delle proprietà.
È noto anche che, oltre ai terreni dediti alle coltivazioni, molti nobili possedessero anche dei villaggi o delle piccole cittadine, da gestire o controllare all’evenienza, per cui la villa della famiglia nobile doveva essere necessariamente molto vicina a questi posti.

Solitamente, era proprio la primavera il periodo in cui la famiglia nobile trascorreva più tempo nelle proprietà (per motivi logistici legati alla coltivazione dei campi) mentre l’estate era perlopiù dedicata a brevi viaggi da amici e parenti.
L’autunno invece era il periodo della caccia e della vendemmia, ed è proprio in inverno che la stagione e i balli di società avevano inizio.

CURIOSITÀ: in realtà, non in tutte le città inglesi la stagione aveva inizio nello stesso periodo. In alcune si apriva in inverno (dopo in 25 Dicembre) in coincidenza con la stagione teatrale o con la prima seduta del Parlamento.
In altre città, le varie stagioni si tenevano da aprile ad agosto, aprendosi in momenti diversi.
Questo oltre che per un motivo di salute (in invero ovviamente si ci ammalava di più) ma anche per dare alle giovani debuttanti più possibilità di spostarsi e di farsi conoscere.

I nobili inglesi si spostavano nelle loro seconde case, situate nei centri delle città più grandi, e partivano con grande anticipo. C’era da sistemare la nuova dimora, spostare tutto ciò che poteva occorrere da una casa all’altra (immaginiamo i vestiti, per ritornare in tema con il libro) e poi stabilire appuntamenti con vecchie e nuove conoscenze.

Le donne erano le prime a raggiungere questi luoghi, mentre gli uomini della famiglia arrivavano per ultimi, dopo aver concluso i loro affari e non aver lasciato nulla in sospeso.


La società di quest’epoca era caratterizzata da un forte moralismo, che esaltava le virtù sociali e determinati comportamenti.
C’era tanta rigidità nei confronti della conformità sociale, e lo vediamo tantissimo con il personaggio di Dorothea in questo romanzo, che viene messa alle strette da suo padre perché non è ancora sposata e si interessa troppo alla frenologia.

All’epoca, ciò che distingueva un nobile da un popolano (oltre i soldi e il benessere s’intende) era la rispettabilità.
Chi non era uguale agli altri, non si meritava il rispetto della società e ne era praticamente buttato fuori.

Soprattutto in questi ambienti, vigeva la dottrina delle “sfere separate”, che vedeva l’uomo e la donna contrapposti in due ruoli molto diversi.

L’uomo nobile doveva rappresentare un esempio di disciplina, era colui che portava avanti la famiglia e si occupava degli affari. Era il fulcro dell’autorità della casa.

La donna invece, doveva rimanere sottomessa agli uomini della casa (marito o figli che fossero) e si occupava dell’educazione della progenie e della piccola economia domestica.

Inoltre, le donne non avevano il permesso di mettere bocca su tutto ciò che riguardava gli eventi pubblici o la politica, argomenti del quale potevano “occuparsi” soltanto gli uomini.

Nonostante quest’epoca sia stata una delle più fiorenti, la storia, come questo romanzo, ci mostrano quanto la società dell’epoca fosse chiusa mentalmente, anche con tutti i cambiamenti che erano in vista.

La mia parte per questo blog tour si conclude qui! Spero che il mio approfondimento sia stato interessante (ho provato a trattarlo nel migliore dei modi e non è stato facilissimo!) e vi do appuntamento al 13 ottobre per la recensione.

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