Recensione “Truif3” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series| Oscar Vault

Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti.

E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve.

Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.

Truelif3” è il terzo volume della Lifel1k3 Series di Jay Kristoff. Questa trilogia è arrivata in Italia nelle ultime settimane grazie ad Oscar Vault che ha fatto di Kristoff uno dei suoi autori di punta.

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Il secondo volume si era concluso con un colpo di scena per me inaspettato, e subito mi sono lanciata sul terzo per sapere come la storia sarebbe andata a finire.

Devo dire che non me lo aspettavo, ma Kristoff si è mantenuto costante e coerente nello stile per tutti e tre i libri.

Anche in questo ultimo volume gli avvenimenti seguono un ritmo martellante e non sono mancati colpi di scena e risvolti a sorpresa.

Difficile non fare spoiler, ma devo aggiungere che l’evoluzione dei personaggi fra un libro e l’altro si è notata moltissimo.
È stato stupendo scoprire man mano qualcosa in più sulla loro identità e alcuni dettagli non li avrei mai immaginati.

La seconda metà di questo romanzo è letteralmente volata, l’ho buttata giù in pochissimo, nonostante gli impegni, perché mi sentivo super coinvolta.

La struttura degli eventi in questo caso è stata davvero spettacolare, di sicuro Jay Kristoff ha soddisfatto le mie aspettative.

Pur trattandosi dei primi libri che ho letto di questo autore ne sono molto incuriosita e probabilmente nei prossimi mesi vedrò di recuperare la trilogia di “Nevernight” che mi ispira davvero tanto!

Se siete amanti del genere sci-fi questa è una trilogia che dovete assolutamente recuperare e di cui sono certa non vi pentirete!

Ancora una volta grazie alla casa editrice e alle ragazze che hanno partecipato con me a questa lettura in anteprima!



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Recensione “Deviat4” di Jay Kristoff| Lifel1k3 Series|Oscar Vault

“Riconobbe io bruciore familiare dell’impotenza dentro il petto, come un vecchio ospite indesiderato.”

Lifel1k3 Series




È l’alba della battaglia decisiva tra le rovine della città di Babel. Eve e Lemon sono state amiche per la pelle, ma in questa lotta si trovano l’una contro l’altra. Eve è divisa tra i ricordi della propria vita umana, che ancora conserva, e la scoperta di essere un’androide. Insieme alle sue “sorelle” e ai suoi “fratelli”, ora deve trovare la vera Ana Monrova, il cui DNA è fondamentale per creare un esercito di sembianti. Nel frattempo per Lemon è giunto il tempo di fare i conti con un potere che ha troppo a lungo rifiutato, e che qualcuno vuole usare come arma. La svolta per lei è l’incontro con un ragazzo, Grimm, che le propone di portarla fuori da quella terra devastata e piena di orrori, verso un’enclave abitata da altri devianti come lei. Lì, finalmente Lemon scoprirà un senso di appartenenza, e forse anche l’amore. Ma non tutto è come appare: tra amici e nemici, buoni e cattivi che si scambiano continuamente di ruolo, anche Lemon si unirà alla ricerca di Ana Monrova, e dovrà trovarla prima che ci riesca la sua vecchia amica.

“Deviat4” è il secondo romanzo della trilogia Lifel1k3 Series dell’autore australiano Jay Kristoff, arrivato nuovamente in Italia con questa freschissima uscita.

Il primo libro mi ha incuriosita tantissimo e mi è anche piaciuto molto. Le ultime pagine mi avevano lasciata davvero interdetta, anche perché nelle poche righe prima della conclusione l’autore aveva lanciato diverse bombe a sconvolgere tutto.

Sul punto di vista temporale della storia, il secondo libro si riallaccia subito dopo la fine del primo. Su questo punto non ci sono stati problemi, anche perché spesso soffro il passaggio da un libro all’altro delle saghe (soprattutto quando fatti male).

Questa volta il fulcro della storia cambia un po’ i protagonisti, e sono stata davvero contenta di poter approfondire la conoscenza di quelli già presenti e di scoprirne dei nuovi.

Come secondo libro è stato anche questa volta carico di eventi, ma rispetto al primo l’ho trovato un po’ meno pesante e molto più scorrevole. In pochissimi giorni le pagine sono volate!

La storia ha preso dei risvolti davvero interessanti e i colpi di scena non sono mancati! Non vedo l’ora di lanciarmi sull’ultimo volume per scoprire come questa trilogia si concluderà!

“A court of thorns and roses” oppure “La corte di rose e spine”?- Recensione del romanzo di Sarah J. Maas

“La corte di rose e spine” è uno dei primi libri che ho scoperto (e acquistato) grazie al bookstagram e alla mia attività di blogging.
Non smetterò mai di dire quanto sia fantastico scoprire nuovi libri attraverso i social, e questo è uno dei motivi che mi spinge ad andare avanti da quando ho scoperto il mondo dei social.

Per chi non la conoscesse (ma in che senso non l’avete mai vista?!) lascio qui la trama del libro:

Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.”

Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge “ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita”. Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende.

È una saga su cui si è parlato e riparlato: ci sono i non-fan del fantasy che lo hanno letto e hanno detto che è un libro bellissimo, ci sono gli amanti del fantasy “puro” che dicono che è una presa in giro.
C’è chi invece “legge un po’ di tutto” e dice che è trash, chi invece dice che non è un libro adatto al target a cui si riferisce e chi dice che è questa autrice costruisce solo castelli sulle nuvole fatti male.
Ma ovviamente c’è anche chi è statə prontə a riversare tutto il proprio amore su questi libri.

Insomma, è una saga sulla quale ne sono state detti di tutti i colori.

Ci tengo a dire che questa mia recensione arriva in seguito ad una rilettura.
La prima recensione ha preso posto direttamente su IG, ed è lì che la trovava ancora, ma prima di riportarvela, cominciamo dall’inizio:

Ad agosto 2020 sono partita alla ricerca del cofanetto di “A court of thorns and roses” in inglese, quello bello nella vecchia edizione, di cui mi sono letteralmente innamorata.
Ci ho messo un bel po’ di tempo per trovarlo ad un prezzo che non comprendesse anche la vendita di un organo vitale, ma ogni volta che guardo queste edizioni nella mia libreria capisco che ne è valsa davvero la pena.

Ho deciso di acquistare l’edizione inglese per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che la traduzione dell’edizione italiana non è fatta bene.
Su questo libro, ci resta solo da sperare che il Drago della Oscar Vault in uscita questo ottobre (comprendente i tre romanzi insieme + la novella non ancora tradotta) comprenda ANCHE una nuova traduzione e non SOLO la novella seguente alla trilogia, “A court of frost and starlight”.

Piccola riflessione: sui social la casa editrice ha alzato un piccolo polverone di polemiche per il cover reveal della nuova edizione, prolungando questo “simpatico” scherzo per diversi giorni.
Alla fine di queste stressanti peripezie (roba che se fosse successo ad un altro autore si sarebbe scatenato un putiferio) è finalmente venuta fuori la “nuova” copertina… Che tanto nuova non è perché riprende semplicemente la grafica del cofanetto inglese.
Presto la vecchia edizione sarà fuori stampa, e chi acquisterà la nuova in futuro non si troverà solo con una traduzione pessima (se non sarà corretta) ma anche con una grafica poco originale.
Quindi sul punto di vista esclusivamente grafico, vi consiglierei di acquistare la vecchia edizione (che tanto brutta non è, e si avvicina più o meno alle grafiche originali).

Detto ciò, ho iniziato la prima lettura di “A court of thorns and roses” ad ottobre 2020, e l’ho conclusa a dicembre.
Ci ho messo un po’ perché è stata la mia prima lettura completa in lingua.

Dopo averlo finito, ne ero entusiasta, non ci avevo trovato nessun difetto e lo avevo letteralmente amato!
È stato un po’ triste concludere il primo libro, come lasciare da parte dei vecchi amici.

Dopo la rilettura, credo di essermi affezionata ancora di più a questa saga.

Purtroppo avevo dimenticato alcuni eventi narrati, ricordavo nitidamente solo i primi 10 capitoli, gli ultimi 10 e alcuni eventi centrali.
Rileggere il libro, nonostante alcuni errori di traduzione, mi ha sicuramente aiutata a ricordare meglio gli eventi e a riordinarli.

Inoltre, qualche giorno prima della rilettura ho scoperto che “La corte di rose e spine” è un retelling de “La Bella e la Bestia”.
Questo mi ha sorpresa molto, perché durante la prima lettura non avevo notato alcuni dettagli del retelling che poi ho colto durante la rilettura.

Lo stile dell’autrice mi fa impazzire, mi piace molto il modo in cui gli eventi sono stati costruiti. Poi sono già molto affezionata ai personaggi, anche se non ho ancora ben compreso perché *chiunque* sbavi per Rhysand fin dalla sua prima entrata in scena.

Purtroppo per questa saga e per tutti i lettori che vogliono iniziarla, gli spoiler a riguardo circolano molto facilmente, per cui già prima di iniziare il libro in inglese ero a conoscenza di alcuni eventi.

È un vero peccato che ci sia una mancanza di rispetto tale da non avvertire neanche quando si vuole fare qualche spoiler (sui social soprattutto, è una cosa che non vedo accadere con altri libri), e si rischia di rovinare (e rovinarsi, per sbaglio) la lettura a tante persone.

Nel lasso di tempo che è passato fra la lettura in lingua originale e la rilettura in italiano, ho anche avuto modo di scoprire diverse curiosità riguardo il wordlbulding, la questione del retelling e i dettagli geografici e culturali a cui l’autrice si è ispirata, ed è stato un vero piacere ritornare in questo modo fantasy che trovo davvero familiare.

Sono davvero curiosa di leggere il secondo libro di questa saga, “Una corte di nebbia e furia”, anche se sono abbastanza indecisa su se leggerla prima in italiano e poi in inglese o viceversa.
Dicono che sia il libro più bello della trilogia, quindi di sicuro ho aspettative molte alte. Staremo a vedere cosa succederà!