Recensione “Le ragazze della libreria Bloomsbury” di Natalie Jenner| Mondadori

“Aveva quasi perso il conto delle volte in cui le giovani studentesse e le dipendenti delle università e dei musei vicini erano entrate in libreria chiedendo di determinate autrici, solo per scontrarsi con un inaspettato insuccesso. Solo Agatha Christie, Nancy Mitford e Daphne du Maurier erano una presenza costante sugli scaffali, soprattutto perché continuavano a produrre e vendere e quindi erano più difficili da ignorare. Difficili da ignorare era il meglio che ci si potesse aspettare in negozio in materia di scrittrici.”

È il 1949 e Londra guarda con fiducia alla ripresa economica del dopoguerra. In Lamb’s Conduit Street, nel centro della città, la libreria Bloomsbury sembra ancorata saldamente al passato: gestita con piglio severo e conservatore dal direttore Herbert Dutton, è organizzata secondo cinquantuno regole inviolabili e una gestione tutta al maschile che non dà alcuno spazio alle tre straordinarie commesse che ci lavorano.

Vivien è rimasta sola dopo che il fidanzato è stato ucciso in guerra, e la sua vita è resa ancora più complicata dall’insopportabile spocchia di Alec McDonough, responsabile del reparto narrativa.

Grazie al lavoro in libreria, Grace mantiene la famiglia, barcamenandosi tra l’esaurimento del marito, il senso del dovere e i suoi sogni irrealizzati.

Evie è l’ultima arrivata: tra le prime donne a laurearsi a Cambridge, si è vista negare un ruolo accademico in favore di un collega – maschio – meno promettente di lei.

Tre donne brillanti e intraprendenti che hanno la strada continuamente sbarrata da uomini meno capaci e più arroganti di loro.

Finché un improvviso malore del direttore e il ritrovamento di un prezioso libro non forniscono l’occasione per un radicale e fantasioso cambio della guardia.

Attraverso il microcosmo della libreria Bloomsbury, Natalie Jenner parla del magico potere delle donne e di come, oggi non meno di allora, faticano a farsi largo in ambienti ritagliati a misura d’uomo. E racconta gli atti rivoluzionari di cui è capace il sodalizio femminile, senza dimenticare mai il potere dei libri e della letteratura che, come un filo prezioso, tesse una rete indistruttibile di conforto e sicurezza.

“Le Ragazze della libreria Bloomsbury” è un romanzo di Natalie Jenner, secondo della serie “Jane Austen Society”. Purtroppo il primo romanzo non è ancora stato tradotto e pubblicato qui in Italia, ma il secondo è uscito di recente nel luglio 2022.
Pur facendo parte di una serie, si tratta di un romanzo autoconclusivo.

Personalmente, ho trovato questo libro davvero molto carino.
La lunghezza si aggira intorno alle trecento pagine, e pur contenendosi l’autrice è riuscita a gettare le basi per un ottimo romanzo.

Pur essendo molto descrittivo, e in alcuni punti ho trovato il tutto davvero eccessivo, sono riuscita a seguire la storia con molta tranquillità e scorrevolezza. Per non perdersi durante la lettura basta arrivare alla fine del capitolo.

È un libro che non potete perdervi se amate i romanzi storici in cui tira aria di rivoluzione.
Per me si è trattato di una lettura decisamente all’interno della comfort zone, dunque non potevo non apprezzarla!

Vivien era sostanzialmente intrappolata dietro quel bancone, dal quale poteva uscire solo sporadicamente per assistere i clienti. Come Grace, anche lei era stata assunta in libreria mentre il mondo risorgeva dalle ceneri della guerra. All’epoca la vita sembrava piena di possibilità e libertà, soprattutto per le donne che avevano acquisito nuove responsabilità mentre gli uomini combattevano al fronte. Era il contratto sociale che era stato forgiato per sostenerle in quel momento di enorme sofferenza e sacrificio: chi aveva dato tanto avrebbe avuto tanto.
Ma il passato riusciva a insinuarsi anche nelle più piccole crepe di un mondo spaccato. Le donne come Vivien e Grace avevano sperato in un nuovo inizio per tutti; e invece, a cinque anni di distanza, le opportunità per loro erano ancora razionate come il cibo. Quelli al potere si sarebbero sempre accaparrati ogni eccedenza, difendendola a qualunque costo.

La storia della libreria Bloomsbury è molto complessa, quasi quanto la vita delle nostre tre protagoniste.
Mi è stato impossibile non apprezzare e affezionarmi a Evie, Vivien e Grace! Pur essendo tre donne diverse, con tre vite diverse e problemi diversi, hanno molto in comune.

La prima cosa che salta all’occhio in questa storia è la lotta femminile in un mondo che è, letteralmente, a misura d’uomo.
È una lotta quotidiana che, viste le recenti notizie del mondo che ci circonda, non si è ancora conclusa.

Questo libro è un grido di rabbia a squarciagola, per tutte le volte che una donna solo perché tale non ha avuto le stesse possibilità di un uomo.
Natalie Jenner tramite queste pagine vuole ricordarci che nulla deve essere mai dato per scontato e che bisogna lottare per farsi spazio nella vita. E soprattutto, l’autrice vuole insegnarci che non si può non lottare per avere ciò che ci spetta.

“Le Ragazze della Libreria Bloomsbury” è un romanzo ambientato in un piccolo universo pieno di libri, ma che segna l’inizio del cambiamento per tantissime donne.

“Non si sottovaluti, cara”.

“Oh no, non ci penso nemmeno. Ci pensano già loro.” Vivien colse l’acredine nella propria voce. “Gli uomini al comando, intendo.”

Un pensiero su “Recensione “Le ragazze della libreria Bloomsbury” di Natalie Jenner| Mondadori

  1. enricamasino

    Avevo visto questo libro in giro per la rete ma non avevo capito le tematiche. Faccio veramente fatica ad immaginare una discriminazione del genere in una libreria, un luogo dove l’apertura mentale, l’intelligenza e l’emotività dovrebbero essere il pane quotidiano. Fortunatamente, almeno in alcuni ambiti, qualche passo avanti lo abbiamo fatto.

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